"Ciao Franca"

Il saluto del nostro collaboratore Giuseppe alla moglie
Ritratto di roberto parolari

Mi permetto di scrivere questo mio pensiero della morte di mia moglie, Franca Cossandi.
Prima di scrivere degli aneddoti sulla vita della mia Franca; vorrei ringraziare tutte quelle persone che, in qualsiasi modo, sono state vicine alla mia famiglia, prendendo spunto dal passato per recuperare immagini che consentiranno di ricordarla più a lungo e meglio.
È vero eravamo insieme da 47 anni (e lo saremo ancora in un modo diverso), ma mai mi sarei aspettato una partecipazione tanto grande di persone colpite dalla sua scomparsa.
Persona straordinaria, anche se non era impegnata nel sociale, ma costantemente con la famiglia e le sue nipoti, quando è successo l’irreparabile la sua bontà e bellezza sono venute a galla in un istante.
Questa non è retorica, io e lei abbiamo vissuto in sintonia. Lei ha vissuto nell’ombra, facendo la vita normale eppure straordinaria di una moglie, di una mamma e di una nonna.
Mi ricordo quando alla domenica andavo a vedere la Pro Palazzolo, ritornavo e mi diceva:
«Come andata? Hai visto i tuoi dirigenti della Pro?». «Chi ha vinto?».
Io davo risposta in base al risultato. Lei in un certo senso era davvero interessata alla Pro e al risultato, tanto che quindici anni fa fece anche l'addetta ai biglietti allo stadio.
Alla mattina, quando si svegliava, sbrigate le sue faccende domestiche, andava al computer e leggeva tutte le email che arrivavano e sbrigava con competenza ogni aspetto economico, con pagamenti on line.
Era inoltre la mia segretaria e mi avvisava dei vari impegni. Voglio precisare che la Franca apprendeva le cose con una facilità paurosa, e ha imparato ad entrare nel mondo dell’informatica in un modo che mi ha lasciato sbigottito.
Mi avvisava di ogni conferenza stampa e, ogni volta che uscivo per qualche impegno, mi dava un bacio e mi diceva «Fa 'l brao, fa mia l’àsen».
Ogni volta che andavo alle conferenze stampa in Comune, rientravo e, come aprivo la porta, subito mi diceva:
«Come è andata? C'era Gabriele (il sindaco), c'era Gianmarco (il nipote), c'era quello, c’era quell’altro?».
Io rispondevo, in base alle circostanze, ma era sempre un «È andata bene».
Ora mi permetto di farti una domanda, che contiene una risposta: «Come va Franca?».
Qua male! Perché non ci sei più tu. Stavolta l’asina l’hai fatta tu.
Quando da lassù mi vedrai sorridere perché la Pro o il Milan hanno vinto, quando mi vedrai piangere, perché siamo tutti assieme e mancherai tu, non farmi mancare quel tuo bacio e una carezza!
Ciao moglie, mamma e nonna dalle mani d’oro.
Addio! Ringrazio ancora tutti, per il vostro affetto.

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