Apre il fascio a Chiari

Un fatto figlio della politica che si è scannata per il soldo
Ritratto di mavi

Un'organizzazione fascista apre i battenti a Chiari. Le parole possono suonare come surreali ma non c'è nulla di più reale di questa notizia, confermata dal Luca Vezzoli, clarense, che ha annunciato la formazione di un gruppo locale per il Movimento Fascismo e Libertà – Partito Socialista Nazionale.
Il 42enne si è presentato come leader della sezione dicendo di volersi anche «candidare alla prossima tornata amministrativa, per cambiare la città in meglio. Non siamo razzisti, omofobi ne violenti: ci ispiriamo a ciò che di buono ha fatto il fascismo in ambito sociale».
Tre, quattro rappresentanti per regione, alcune province articolate in gruppi zonali, niente di più: ma una ragnatela ben coordinata che pare fare sul serio. Mirko Poli, di Lumezzane, è il responsabile per la Provincia: «Ho fondato io il gruppo di Lumezzante – spiega -. Ora è toccato a Chiari. Sono le due teste di ponte della nostra organizzazione provinciale, oltre a Brescia. Ci autofinanziamo per diffondere un'idea che si ispira alla dignità della persona, alla difesa della famiglia e del lavoro. Un welfare che ormai è stato cancellato e che sotto il Duce aveva ottenuto il suo massimo splendore fino a perdurare per tutto il dopoguerra, morendo progressivamente dagli anni Novanta».
Ma come la mettiamo con la legge Scelba che punisce il revanscismo nazista? «Siamo già stati assolti in diverse occasioni – spiega Poli – perché i concetti di libertà e socialismo annullano ipotesi di violenza o razzismo da cui siamo lontanissimi».
Un'apertura che a Chiari è stata accolta con freddezza e anche con rabbia, visto che l'Anpi, con il suo presidente locale Gianfranco Campodonico, parla di una «cosa avvilente, che fa venire i brividi e che conferma come lo Stato sia occupato evidentemente altrove. Queste sono le prove di come la democrazia sia già da tempo sospesa: diversamente queste cose non sarebbero mai accadute».
Campodonico ha annunciato un incontro con l'Anpi provinciale per ipotizzare iniziative, auspicando che «la Prefettura intervenga fermamente su questa vicenda».

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