Cibo gratis? No, rifiuti

Allarme nella Bassa per cibi distribuiti ma destinati a discarica
Ritratto di mavi

E' allarme nella Bassa bresciana dopo che decine di famiglie hanno fatto approvvigionamento di ortaggi e frutta da un centro di smaltimento autorizzato.
La clamorosa quanto pericolosa «spesa» a costo zero è avvenuta dopo un tam-tam innescato dallo stesso gestore dell'impianto, che ora rischia un'autentica mannaia giudiziaria e il ritiro della licenza di smaltimento.
E' accaduto tutto in settimana: nel volgere di 24 ore famiglie di Roccafranca, Rudiano, Castelcovati, Comezzano-Cizzago e di altri Comuni della zona, con non poca ingenuità, hanno ceduto alla tentazione di portarsi a casa chili e chili di merce destinata allo smaltimento e arrivata con due autoarticolati provenienti da fuori provincia.
Noci di cocco, banane, rapanelli, insalata belga, pomodori, agrumi: sono solo alcuni dei prodotti finiti nella lista della «cuccagna» che in realtà rischia di essere assai pericolosa per le famiglie che consumeranno tali prodotti.
Per quanto confezionata regolarmente e apparentemente integra, la merce potrebbe essere avariata o contaminata per varie ragioni e consumarla potrebbe risultare assai pericoloso.
Dal canto suo, c'è la disonestà di chi ha smaltito in questo modo la merce: così facendo, dopo la pesata e gli incassi dovuti, si riduce l'effettivo smaltimento sia dell'organico, sia della manodopera per liberare ortaggi e frutta dalla plastica (ci penseranno le famiglie che incoscientemente hanno prelevato tale merce) come pure il costo di smaltimento della plastica, che anziché all'isola ecologica locale finirà nelle varie isole dei paesi in cui risiedono le famiglie che hanno prelevato merce tanto pericolosa.
Le autorità sanitarie invitano sempre a non consumare prodotti destinati a discarica al di là del loro aspetto.
Oltre che vietato per legge può costare caro alla nostra salute.

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