L'addio a Pietro e Andrea

Le salme sono già in Romania
Ritratto di Massimiliano Magli

Sono già in viaggio le salme di Pietro Joia (14 anni) e Francesco Gheorghe (17). Sono partite ieri per la Romania per l'ultimo saluto dopo la tragedia automobilistica di mercoledì, a Palosco (Bergamo). Nessun intervento giudiziario ha infatti ritardato l'espatrio dei loro corpi verso Craiova. Ieri sera in via De Gasperi a Rudiano, dove abitava Pietro, e in vicolo Chiuso a Pontoglio dove viveva Francesco, si è consumato l'ennesimo rito di dolore. I parenti arrivavano portando cibo da condividere, come nella tradizione rom a cui appartengono queste famiglie. I due hanno perso la vita in un incidente poco prima delle 17 tra Cividate e Palosco. La vettura, guidata dal connazionale 24enne I.S. è finita contro una cabina in cemento di rimontaggio idrico. Per lui sono scattate le manette dei carabinieri della compagnia di Treviglio: il giovane si è infatti allontanato verso casa dopo la tragedia. Rintracciato nella sua abitazione, è ora in una cella del comando carabinieri, a disposizione del pm della procura di Bergamo Carmen Santoro. L'accusa è omissione di soccorso e omicidio stradale plurimo.
Ma i parenti delle vittime prendono con prudenza questo gesto: «arrestarlo non so a che cosa serva – dice uno zio di Pietro -. Quando accadono tanto gravi la testa ha reazioni imprevedibili per poter giudicare. Sarà necessario approfondire che cosa veramente sia successo e con quali intenzioni sia stato fatto».
A bordo anche altri due amici romeni (un 16enne di Pontoglio e un 18enne di Cividate): sono rimasti feriti in modo grave e sono stati ricoverati rispettivamente all'ospedale di Seriate e agli Spedali Civili di Brescia. I quattro più giovani frequentavano il Centro di formazione professionale di Chiari dove la preside Raffaella Galloni ha voluto ricordare la tragedia facendo leggere la canzone di Francesco Guccini «In morte di S.F.».
«Sono ore difficili anche a scuola – spiega Angelo Brocchetti, l'insegnate di meccanica al Cfp di Chiari che aveva in classe Pietro -. I ragazzi sono scioccati e non trovano risposte. Cerco di portare avanti il programma come al solito, non voglio parlare di questo dolore ancora un minuto di più. Comparirà una foto di Pietro sulla mia scrivania fino a fine anno. E questo è tutto. Ricordiamolo e preghiamo per lui sempre».

 

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