Tangenzialina, al via i lavori

Il Comune ottiene i soldi dalla provincia per recuperare una situazione di degrado.
Ritratto di Massimiliano Magli

Doveva essere la bretella del polo logistico Sma Auchan e si chiamava tangenzialina di Castelcovati. Il pasticcio fu fatto una decina di anni fa e a rimediare è toccato all'Amministrazione comunale di oggi che è riuscita a strappare al degrado questa strada, ottenendo i 500 mila euro per l'ultimazione della strada. Diversamente non si poteva fare, salvo proseguire un degrado e un oggettivo pericolo, visto che questa strada mai colladuata e senza segnaletica è stata esposta al traffico da subito, una decina di anni fa. Una cosa all'italiana e, come tutte le cose all'italiana, pericolosa e surreale. Di qui l'ottimo risultato ottenuto dal Comune che è riuscito a sbloccare fondi. 

Ma per chi deve tutelare dal degrado e dalla cementificazione con forze superiori, ovvero Stato e Regione, questa strada  rappresenta il fallimento della politica e del territorio. L'Italia è tra i paesi con il più alto consumo di suolo e con vicende di inquinamento del territorio paurose. Questa strada in piena campagna andava ripristinata a strada rurale, come si deve fare quando il territorio e l'economia ci parlano: i poli logistici sono una sacca di non lavoro, con contratti e sfruttamento da paura. Ma quel che è peggio è che nonostante queste condizioni il polo Sma Auchan Logimea ha chiuso i battenti. Quando un territorio viene messo al servizio dell'economia è giusto che, quando l'economia non tiene più, il territorio venga repristinato a campagna. Ma si sa, Stato e Regioni, come pure la Provincia, ritengono inconcepibile tutto questo ancora oggi: guai a togliere un edificio o una strada per farlo tornare campagna. E lo dimostra anche il polo logistico di Castrezzato, autorizzato dalla provincia nonostante vi fosse un polo d'area vasta a quattro chilometri (quello di Chiari) ancora inutilizzato. Inevitabile dunque il forcing del Comune per pretendere quantomeno la messa a decoro e in sicurezza della strada.

Arriva dopo dieci anni di attesa, mentre il polo logistico di Logimea chiude e lascia a Conad una partita paurosa dal punto di vista dell'occupazione: «il rischio- ha fatto sapere nei giorni scorsi la Cgil - è di decine di disoccupati e di una cattedrale nel deserto»
Eppure arriva: ci penserà la provincia a finanziare questa strada mai ultimata, trafficata come una strada normale per quanto senza collaudo né segnaletica. Una storia surreale che viene sanata per chiudere un grave capitolo in un romanzo di economia incompiuta: il capitolo è quello della sicurezza e del decoro, visto che questa strada è trafficata e aperta ormai da anni senza alcuna autorizzazione. Per questo il Comune di Chiari ha deciso di correre ai ripari con un forcing durato anni nei confronti della Provincia.

 

Siamo tra la sp 72 di Chiari e la sp17 di Castelcovati: la bretella stradale andrà a completare il collegamento tra la principale arteria di ingresso a sud di Chiari e la zona nord di Castelcovati, intercettando anche la rotatoria all'altezza del casello della Brebemi, presente sul territorio clarense.
L'attuale Giunta di Chiari è in realtà vittima di questo progetto ereditato da una gestione espansiva di alcuni anni fa: si trovava sul proprio territorio una infrastruttura mai completata che avrebbe dovuto essere finanziata dagli oneri dell'Area Vasta, che in realtà non è mai stata ultimata.
Di qui le critiche del sindaco Massimo Vizzardi che si è trovato sul territorio un vulnus viabilistico pauroso: la strada è rimasta trafficata fino a oggi da auto, mezzi agricoli e con pedoni e ciclisti che la scambiavano per un'innocua strada chiusa. Le responsabilità, in caso di incidente, avrebbero potuto avere ricadute paurose su amministratori e automobilisti.
«La Giunta – fanno sapere dagli uffici comunali - ha approvato il progetto preliminare di questa importante opera viaria, così da avviarne concretamente l’iter di realizzazione: la bretella, nel frattempo, è stata interamente finanziata dalla Provincia di Brescia. Infatti, il completamento della bretella fa parte degli accordi perfezionati nell’anno 2015 – tra i Comuni di Chiari, Castelcovati e Urago d’Oglio, e la Provincia – per l’Area Vasta. I lavori saranno preceduti dal completamento delle attività di progettazione definitive ed esecutive e dalla complessa procedura di acquisizione delle aree tramite esproprio. Stando ai programmi attuali, dovrebbero iniziare nel 2021 e terminare prima della stagione agraria del 2022. Le spese sono complessivamente stimate in 500 mila euro, di cui 238 mila euro per lavori e 186 mila per acquisizione dei terreni».
Confermata la natura dell'asse: due corsie e una pista ciclopedonale affiancata.

 

 

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