I Giorni della merla a Iseo

Ritratto di Redazione

La fotografia, che emoziona nell'osservarla, è da conservare  tra i ricordi di eventi oggi dimenticati : la piazza Garibaldi di Iseo sotto la neve in veste invernale nei giorni della "merla", per la credenza popolare i più freddi tre ultimi di gennaio, in attesa dell'ultimo freddo di febbraio.
E' una immagine rara degli anni '70 del novecento, con Garibaldi visto da retro, con la testa e le spalle ammantate di neve e tutto lo spazio all'intorno occupato da automobili in parcheggio, alcune fin sotto il portico antistante la farmacia.
La proprietà dell'auto rendeva orgogliosi gli italiani, che non si scandalizzavano se un monumento fosse declassato a rotonda del traffico, in difficoltà per la neve sempre prevedibile nei giorni della "merla".
E' di quest'ultima che stiamo parlando, poichè la pioggia, la neve ed il freddo sono ormai il passato non solo ad Iseo, ma sul monte Guglielmo, fino a Ponte di Legno, ai piedi dell'Adamello.
Il lago, da due anni a questa parte, non conosce più stagioni ed il suo livello d'acqua, mai così basso, preoccupa tutti, a partire dal mondo agricolo, a quello turistico e, soprattutto, al  bisogno vitale per la riserva d'acqua.
Il passaggio degli automezzi in piazza creava un gioco circolare e geometrico nel  percorso attorno al monumento.

Rinviamo ad altri la domanda-risposta per il mancato intervento dello spazzaneve.
La saggezza  bresciana  ha così sempre riassunto tre momenti ed aspetti di vita di paese, con un proverbio dialettale di uso corrente anche oggi: " fa vià la nef, copà la zent, bàter le castegne, iè tre laurà endaren"( spazzare la neve, uccidere la gente, battere i ricci di castagne, sono tre inutili lavori)

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