L’hanno “suicidata”

La giornalista Rosanna Sapori abbandonata dallo Stato e ritrovata nel lago
Ritratto di roberto parolari

È di Rosanna Sapori, ex giornalista e voce di Radio Padania, il corpo che è stato recuperato sabato 18 gennaio nelle acque di fronte al molo di Carzano a Monte Isola. La sua scomparsa era stata denunciata dai due figli gemelli lo scorso 27 dicembre ed era stata considerata un allontanamento volontario. La sua auto è stata ritrovata dai carabinieri nei pressi di Marone, nelle vicinanze è stato trovato anche uno zainetto e il tappo di una bottiglia di superalcolico. L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti e confermata dalla famiglia, anche se non si escludono a priori altre piste, è che si sia trattato di un gesto estremo.
Rosanna Sapori aveva 61 anni, viveva nella provincia di Bergamo ad Azzano San Paolo e attualmente si occupava di una tabaccheria a Zanica, che aveva aperto nel 2011. Prima era stata una giornalista molto conosciuta sia nella bergamasca che nel milanese, volto noto di Radio Padania prima e di Antenna 3 Nordest, TeleNordest e altre tv e testate del Veneto poi. Militante leghista sin dalla prima ora, era stata consigliere comunale e per due volte candidata sindaco per la Lega ad Azzano San Paolo, proprio dai microfoni di Radio Padania denunciò quello che definiva «il malaffare della Lega», come la vicenda del crac della banca Credieuronord che era costata i risparmi di tanti militanti del partito.


Dopo queste denunce Rosanna Sapori lasciò Radio Padania e iniziò a collaborare con il gruppo di Antenna 3, dove la sua linea divenne sempre più critica verso i vertici della Lega e del centrodestra veneto. Critiche che dopo la scomparsa di Giorgio Panto, patriarca del gruppo editoriale di Antenna 3, portò al suo allontanamento. Anche dopo aver aperto la sua tabaccheria a Zanica, Rosanna Sapori era una presenza assidua del programma «La Zanzara», dove aveva denunciato il suo calvario da esercente vittima di numerosi furti. Proprio quanto le era accaduto negli ultimi tempi riguardo la sua attività, sarebbe tra i motivi del suo gesto. Per i continui furti subiti decise di dormire per 10 notti consecutive nella sua tabaccheria, inviò una lettera al ministro dell’Interno Matteo Salvini e all’attuale ministro della Giustizia denunciando quanto le stava accadendo, denunciò di aver ricevuto una ingiunzione di pagamento dai  Monopoli di Stato per obbligarla a pagare i prodotti forniti senza che le assicurazioni l’avessero risarcita dei furti subiti. A questo si era aggiunta anche una visita della Guardia di Finanza alla tabaccheria e il rischio di una multa di 2500 euro per un cesto di beneficenza esposto. Tutte queste difficoltà, la sensazione di sentirsi abbandonata dalla giustizia, aveva inviato una mail anche la Procuratore di Bergamo per chiedergli di attivarsi dopo l’ennesimo furto subito, e la diagnosi di un male incurabile sono state probabilmente alla base del suo gesto estremo. L’ultimo incontro con il compagno, con cui gestiva la tabaccheria, era datato al 20 dicembre: aveva lasciato un biglietto con cui gli diceva di non preoccuparsi e che sarebbe tornata presto. Proprio il compagno aveva trovato i documenti ed lo smartphone spento della donna sopra un armadio di casa. 
 

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