Sullo spostamento dell'edicola

Ritratto di Redazione

Caro Direttore,
              come presidente della Fondazione Galignani ho già avuto modo di intervenire per chiarire la posizione della Fondazione in merito all’edicola di piazzale Mazzini e al suo spostamento.

L’articolo pubblicato sul numero di settembre a firma Roberto Parolari mi costringe ad ulteriori precisazioni, per consentire ai lettori il formarsi di una corretta opinione in merito.
Nel settembre del 95 fra Amministrazione Comunale e Fondazione (allora Ente Morale) viene stipulata una convenzione per il comodato d’uso degli immobili del Galignani, che ne regolamenta l’utilizzo come segue:
“art. 4. Il Comune … utilizzerà i suddetti immobili … per ospitare … Isitituti scolastici …, nonché interventi specifici dall’Amministrazione Comunale programmati nel settore educativo e scolastico. Il Comune si riserva la facoltà di determinare altre destinazioni d’uso … L’effettiva scelta dovrà essere obbligatoriamente concordata e condivisa dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente Galignani”.
“art. 9. Il Comune senza l’espresso consenso dell’Ente Galignani non potrà concedere ad alcuno il godimento dell’immobile qualunque sia il fine”.
Successivamente nell’ottobre del 97 veniva concessa da parte dell’Ente un’ulteriore area destinata alla realizzazione di parcheggi, spazi verdi pubblici, una nuova recinzione e un nuovo marciapiede, parte integrante della proprietà concessa in comodato d’uso al Comune, con una integrazione alla convenzione precedente che all’art.6 recita: “Quanto indicato nel comodato già in atto deve ritenersi confermato”.
Mi sembra quindi evidente che 1) immobili e area sono strettamente connessi e l’uso di entrambi è regolamentato dalla convenzione; 2) immobili e area sono vincolati all’uso scolastico ed educativo in generale; 3) qualsiasi cambiamento deve essere non solo comunicato ma approvato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione; 4) la concessione a terzi richiede espressamente il consenso della Fondazione.
Niente di tutto questo è stato rispettato: l’edicola è stata posizionata sull’area di proprietà della Fondazione senza nemmeno una comunicazione preventiva, in totale spregio della convenzione in essere. A tutela quindi dei propri diritti, ma soprattutto come gesto di rispetto di tutti i soci e benefattori che nel tempo hanno generosamente donato alla Fondazione e contribuito alla sua esistenza, e vista la totale chiusura della Amministrazione Comunale allora in carica, di cui l’ex assessore Raccagni faceva parte, la Fondazione è stata costretta ad aprire una azione legale, con costi che sicuramente avremmo preferito non affrontare.
Il riposizionamento dell’edicola ristabilisce quindi l’ordine delle cose: il rispetto di un diritto violato (per superficialità?) e di una convenzione stilata fra due Istituzioni i cui rapporti devono essere di collaborazione ma anche di pari dignità. Resta il rammarico di aver dovuto addossare alla comunità ed alla Fondazione perdite di tempo e di denaro, di cui magari l’ex assessore Raccagni dovrebbe sentirsi un poco responsabile.

Fiorangela Marenzi
Presidente Fondazione Galignani

Vota l'articolo: 
Non ci sono voti