Franciacorta, nuova urbanistica

Ritratto di mavi

Dopo la valorizzazione turistica generata dall'evento di Christo, è venuto il momento di una concreta salvaguardia del territorio franciacortino con l'adozione di un Piano Territoriale d'Area che da alcuni anni era stato annunciato dopo la costituzione di "Terre di Franciacorta", un progetto di comunione d'intenti e di sviluppo che aveva coinvolto 18 comuni. La Regione Lombardia, in applicazione al Piano territoriale che prevedeva fino dal 2005 l'individuazione di piani d'area, ha presentato questo progetto che, partendo dal pregio ambientale e culturale del territorio, ne sottolinea, mediante vari capitoli, tutti gli aspetti fondamentali che costituiscono le linee utili alla sua conservazione.
Essendo il territorio però interessato da una forte antropizzazione con notevole presenza di attività produttive e commerciali, il piano si prefigge di ottenere una sostenibilità che, per essere adeguatamente valorizzata, presuppone una forte azione di coordinamento dei molteplici soggetti che finora hanno operato purtroppo con logiche non coordinate, che nel tempo hanno generato situazioni non armonizzate ed incoerenti con i valori paesistici e culturali tipici di questo territorio. Nell'ottica di coniugare le esigenze di attrattività e di competitività con un'obiettivo di rigenerazione urbana e di riuso dei contesti compromessi, il piano si apre ad una sinergia con le altre aree, dal Garda ai parchi dell'Oglio e delle colline di Brescia, con un'estensione a 27 comuni, con un territorio di 370.000 Kmq. e 230.000 abitanti, al fine di elevare la qualità della vita dei residenti: il tutto con attenzione al sistema economico teso alla competività ed al rafforzamento della vocazione turistica del territorio. Se finalmente il piano attua la pianificazione già auspicata dalle linee della legge del 1942 relativamente all'insieme dei comuni, esso lascia agli stessi ampi margini di azione operativa affinchè inseriscano nei loro PGT le indicazioni contenute nel piano d'area.
La Regione, dopo essersi avvalsa dell'importante collaborazione delle università di Bergamo e Brescia che hanno svolto un approfondito studio urbanistico di tipo conoscitivo e strategico a livello teorico, ha scelto il metodo del " piano processo" che consente una costante valutazione in tempo reale dei processi e delle dinamiche di sviluppo, piuttosto di un rigido metodo "vincolistico" che nel recente passato in altre zone dell'Italia ha determinato situazioni di rigidità controproducenti per un pur corretto sviluppo sostenibile.
Ciò non toglie che in sede delle osservazioni prima della definitiva approvazione, siano opportune alcune richieste di più precise norme riguardanti le attività estrattive, gli ambiti di alto valore paesistico e di tutela rispetto agli insediamenti residenziali e commerciali. Altrettanta maggior definizione sarebbe auspicabile per le fasce di rispetto lungo le linee ferroviarie, destinando a percorso ciclopedonale la linea ferroviaria originaria della Franciacorta come pure l'individuazione degli ambiti per una riqualificazione unitaria delle zone di accesso alla Franciacorta: auspicabile a livello di fruizione ambientale anche una rigenerazione a scala sovracomunale degli insediamenti industriali dismessi lungo il fiume Oglio. Queste osservazioni trovano d'accordo i sostenitori del "parco agricolo" insieme al sottoscritto che, partecipando recentemente ai recenti convegni di Fondazione Franciacorta dedicati al tema urbanistico-culturale del territorio, apprezzandone il contributo utile alla sensibilizzazione storico-culturale della zona, ha ricordato come ritengo importante ribadirlo ora a conclusione di questo contributo, che, pur rilevando l'importanza della pianificazione, sia fondamentale la consapevolezza  degli abitanti ed in particolare dei giovani della necessità di amare il loro territorio per conservarlo al fine di assicurargli uno sviluppo sostenibile.
                                                                     
* Console Tci Franciacorta 

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