L’economia iseana è vissuta per decenni sul lavoro nei servizi e quindi sui posti in ferrovia, all’Ospedale, negli uffici statali del Registro, delle Imposte e Catasto, nel commercio e nell’interscambio con il territorio circostante, con tutto il lago fino alla Valle Camonica.
Il carico delle merci dalla ferrovia ed i barconi del lago necessitava la presenza e disponibilità di particolari lavoratori, addetti senza orario e contratto al sacrificio più pesante: i facchini.
Figure di uomini raccontate con delicata narrazione da Tullio Bonfadini nella serata al “Caffè Letterario” del bar Porto a maggio dello scorso anno, conversazione e lettura che il Giornale di Iseo ha già avuto modo di anticipare con il testo-ricordo delle lavandaie.
Chi fossero “i facchini” e come gestivano la loro giornata di duro lavoro è riprodotto nel testo qui trascritto, da leggere tutto d’un fiato.