A Brescia e Bergamo 369 morti causati da PM2.5 ogni anno

Sono le peggiori in Europa per lo studio pubblicato su The Lancet Planetary Health
Ritratto di roberto parolari

Triste primato per Brescia e Bergamo: sono le due città europee in cui si registra il più alto tasso di mortalità legato alla presenza di polveri sottili (PM2.5) nell’aria. Lo riferisce uno studio finanziato dal ministero per l’innovazione spagnolo e dal Global Health Institute che è stato pubblicato su The Lancet Planetary Health. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero e ha analizzato la mortalità in Europa legata alla presenza di particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2), considerando anche il numero delle vite che verrebbero risparmiate se si riducessero i livelli dei due inquinanti come raccomandato dall’Oms.
Come detto Brescia e Bergamo risultano le città con più decessi legati al particolato fine: 232 morti l’anno per la «Leonessa», 137 per «la città dei Mille». Tra le peggiori per decessi da PM2.5 ci sono anche Vicenza, al quarto posto, e Saronno, all’ottavo, con ben 26 città italiane nei primi 50 posti. Per quanto riguarda i decessi legati al biossido di azoto la peggiore è Madrid davanti ad Antwerp, con Torino e Milano al terzo e quinto posto. Tra loro Parigi quarta, mentre Brescia che è al 19esimo posto e Bergamo al 40esimo. Secondo lo studio le città dove si registrano meno decessi per polveri sottili e biossido di azoto sono Reykjavík in Islanda e Tromso in Norvegia. Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda sono le nazioni con le città dove si registrano i valori migliori. 
I dati per ogni città possono essere consultati sul sito www.isglobalranking.org.
 

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