Fiamme Gialle sequestrano azienda di Cassina de’ Pecchi

Sette denunciati per il reato di sfruttamento della manodopera
Ritratto di roberto parolari

Sette persone denunciate il reato di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera e un’azienda agricola sequestrata. Questo l’esito dell’operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Milano a Cassina de’ Pecchi, che testimonia l’attenzione della Guardia di Finanza a tutela del mercato del lavoro per contrastare le più gravi forme di prevaricazione e sfruttamento in danno dei lavoratori dipendenti, specie se costoro si trovano in condizioni di particolare debolezza o bisogno.
Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno sequestrato un’azienda agricola di Cassina de’ Pecchi, del valore complessivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro, in esecuzione del decreto emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, oggetto di successiva convalida da parte del Gip. Il provvedimento è il frutto delle indagini svolte dalla Compagnia di Gorgonzola che hanno consentito di portare alla luce un sistematico sfruttamento illecito della manodopera agricola a danno di un centinaio di lavoratori extracomunitari.
Gli accertamenti hanno permesso di rilevare le anomalie nelle assunzioni e nelle retribuzioni dei dipendenti dell’azienda, evidenziando gravi e perduranti violazioni delle norme che regolano l’impiego dei braccianti agricoli. In particolare, le indagini hanno mostrato che i lavoratori non solo erano obbligati a prestare estenuanti turni di oltre 9 ore giornaliere, ma ricevevano una paga oraria di 4,50 euro, nettamente inferiore a quella minima prevista dal contratto collettivo nazionale. All’ingiusta retribuzione si aggiungevano anche le degradanti condizioni d’impiego nei campi: i braccianti erano soggetti alla continua vigilanza dei responsabili e costretti a sforzi fisici oltremodo gravosi, tesi a velocizzare la raccolta dei frutti e in spregio alle norme anti Covid-19 sul distanziamento sociale.


Approfittando delle condizioni di bisogno dei dipendenti attraverso la minaccia che l’eventuale disobbedienza alle pressanti imposizioni datoriali avrebbe comportato sospensioni o licenziamenti in tronco, i titolari dell’azienda riuscivano a ridurre il costo della manodopera e massimizzare i guadagni. Eloquente era la prassi dell’assunzione in prova per due giorni senza alcun compenso a cui seguiva, discrezionalmente e senza alcuna valida ragione, l’allontanamento del bracciante. Con questa modalità i responsabili dell’azienda riuscivano a ridurre i costi complessivi e sfruttare i giovani extracomunitari bisognosi di lavorare. Al termine delle indagini sono state denunciate per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera 7 persone: i due amministratori, due sorveglianti, due impiegati amministrativi e il consulente dell’azienda che predisponeva le buste paga. Alla luce delle risultanze dell’indagine, la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro di tutti i beni della società: si tratta di 53 immobili, tra terreni e fabbricati, 25 veicoli strumentali e 3 conti correnti. La Procura ha anche nominato un Amministratore Giudiziario ai fini della continuità aziendale nel rispetto delle leggi vigenti.
Durante l’esecuzione del provvedimento i finanzieri, anche grazie al supporto di personale dei Vigili del Fuoco e dell’ATS di Milano, hanno verificato le precarie condizioni di sicurezza e di igiene in cui i braccianti lavoravano: assenza di dispositivi di protezione individuale, di spogliatoi, di docce e di servizi igienici a sufficienza (era presente, infatti, un solo bagno chimico esterno). Risultavano mancanti il piano di prevenzione incendi ed il piano di emergenza. I finanzieri hanno anche accertato il precario deposito di diserbanti e fitofarmaci, sostanze che i responsabili facevano direttamente utilizzare ai braccianti, privi di ogni formazione, esponendoli ad un grave rischio per la salute, e di generi alimentari destinati ad essere venduti a operatori della grande distribuzione. Nell’operazione sono stati sequestrati oltre 27mila barattoli di marmellata esposti al sole. 

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