Importante scoperta archeologica nel mantovano

A San Martino dell’Argine vengono alla luce tombe di età alto medievale
Ritratto di mavi

Nelle scorse settimane nelle campagne ad est di San Martino dall’Argine, piccolo centro del mantovano, durante i lavori per l’interramento di una canalina di irrigazione da parte del Consorzio di Bonifica del Navarolo Agro Cremonese Mantovano sono state scoperte una serie di tombe che indicano una stabile frequentazione antica nell’area del Comune. Per la precisione si tratta di 11 tombe, disposte in quattro gruppi, di probabile epoca tardo romana/alto medievale che contenevano individui adulti, ma anche alcuni bambini. 
Tre di queste avevano una copertura cosiddetta “alla cappuccina”, particolarmente ben conservate e integre, ma completamente assenti di corredo funebre. Proprio l’assenza di corredo, il tipo di copertura e l’orientamento est-ovest, sarebbero indizi di datazione delle sepolture.
La zona del ritrovamento è lungo la strada Ca de Marcotti e gli scavi hanno visto all’opera gli archeologi del SAP sotto la direzione scientifica di Chiara Marastoni, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova. 
Un ritrovamento che potrebbe gettare nuova luce sulla storia di San Martino dall’Argine e l’antica valle dell’Oglio.
«È stata una sorpresa e anche un’emozione vedere quelle tombe sepolte da circa 1.500 anni nei terreni di San Martino – ha sottolineato Alessio Renoldi, sindaco di San Martino dall’Argine -. Sono preziosissimi pezzi di storia che confermano insediamenti molto antichi dei nostri territori e non possono far altro che suscitare ulteriore curiosità sulle origini del nostro paese. 
Ovviamente cercheremo di valorizzare al meglio questo scoperte e quando sarà possibile metteremo a disposizione dei cittadini quante più informazioni possibili. Spero anche che ulteriori indagini possano far emergere nuovi frammenti di storia e di conoscenza del Comune».
L’area oggetto dei ritrovamenti coincide con un lembo di terrazzo del fiume Oglio, un luogo in antico naturalmente favorevole all’insediamento. Lungo una fascia di circa 350 metri sono emerse le 11 tombe, tre delle quali con copertura cosiddetta “alla cappuccina”, formate da mattoni sesquipedali disposti a doppio spiovente a copertura del defunto, in quattro nuclei apparentemente separati, distanti fra loro alcune decine di metri. Anche se l’assenza completa di elementi di corredo rende al momento arduo per gli esperti esprimersi circa la loro collocazione cronologica, il ricorso ad elementi laterizi di reimpiego nelle tombe più strutturate, forse provenienti da un vicino insediamento di età romana, potrebbe portare ad ipotizzare un inquadramento in età alto medievale, un’ipotesi che sarebbe avvalorata anche dal ritrovamento di alcune buche pertinenti ad edifici lignei, nonché a tracce di canali antichi, che stanno restituendo frammenti ceramici e di pietra ollare. 
Dagli scavi sono emerse anche sporadiche tracce di frequentazione preistorica dell’area, attestata dalla presenza di un pozzetto di scarico con minuti frammenti ceramici ad impasto, che confermano il recupero di selce nel corso delle indagini preliminari del 2020.

Vota l'articolo: 
Non ci sono voti