Addio al dottor Giambra

Aveva 88 anni, già ufficiale sanitario, poi medico e consigliere comunale
Ritratto di Massimiliano Magli

La Bassa Bresciana saluta per sempre un medico di grande carisma, figlio di una medicina ancora umana, dove le cure domiciliari erano all'ordine del giorno. 
Roccafranca ha perso una colonna portante della propria comunità. Venerdì alle 16.30 è morto alla Domus di Brescia il dottor Giuseppe Giambra, medico condotto del paese e prima ufficiale sanitario del Comune. 
Giambra aveva 88 anni e abitava nel borgo di Ludriano, dove si svolgeranno i funerali lunedì alle 15, partendo all'obitorio della Domus. Ha voluto andarsene in punta di piedi, forse sperando di essere ancora immaginato vivo: per questo ha disposto di non affiggere alcun manifesto funebre in paese. 
A Roccafranca non portò soltanto la sua scienza medica e la sua specializzazione in cardiologia, di cui era molto orgoglioso, ma anche il sole della sua Sicilia. 
Infatti, originario di Siracusa, ha portato fino a pochi giorni fa anche la sua passione per la terra: l'olio della sua tenuta, a San Cataldo, in contrada Roccella, non mancava mai di arrivare nella comunità della Bassa. Un'attività che aveva coltivato anche quando esercitava la professione di medico di base. 
Giambra aveva raggiunto il bresciano giovanissimo. Qui conobbe e sposò Erminia Cotti di Darfo Boario, scomparsa vent'anni fa. Un dolore che, pochi anni fa, raddoppiò per la perdita di una nipote di soli 14 anni per morte improvvisa. Lascia le figlie Simona, Manuela, Rosalia e Arnalda. 
Nonostante questi dolori, Giambra è stato un esempio di attaccamento alla vita e alla salute. «Se avessi saputo di raggiungere questa età – disse lo scorso anno – alla morte di mia moglie mi sarei di nuovo iscritto all'università per specializzarmi in Medicina quantistica». 
E questo la dice lunga su quanto giovane fosse la sua mente e potente il suo carisma. 
Immancabile e straordinaria era la sua ironia, come inconfondibile il suo volto pressoché sempre sorridente. Non nascondeva il suo segreto di longevità, narrando sempre la sua passione per l'attività aerobica, dal vogatore alle flessioni mattutine. Ne era orgogliosissimo e raccomandava a tutti l'attività fisica come primo segreto di longevità. 
Lo trovavi ad accompagnarsi con gli amici di una volta che in gran parte erano ex pazienti, frequentando bar e osterie del paese. 
Il sindaco Marco Franzelli: «Una colonna della nostra comunità, che ha curato migliaia di Roccafranchesi lascia un vuoto incolmabile». 
Il collega medico Umberto Antonelli: «Di lui mi resta la sua ironia, il suo essere spiritoso nella sua complessità. Fu impegnato anche in politica come consigliere». 
Giambra è stato per anni un aneddotista, tante erano le storie, i casi, spesso spassosi, che raccontava quando era in compagnia. 
Era un medico unico, Antonelli lo definisce complesso, ed è vero perché mescolava un carattere forte, ora ironico ora forte, alla sua formazione e alla sua sicilianità. 
Adoro la sua figura perché è morto con l'accento spiccatamente siciliano in bocca in un contesto dove razzismo e ignoranza non mancano, specie ai suoi tempi e a quelli della mia povera mamma maestra, che persino in docenti e persone di formazione trovava forma di razzismo assurde. 
Giambra ha lasciato anche magnifici "figli" in paese, "figli" non conosciuti perché figli dell'ironia a volte spietata a volte magnifica che affranca dalla frustrazione. Infatti, come il matematico Tartaglia fu chiamato così per la sua balbuzie, la lieve balbuzie di Giambra trasformò il suo cognome in un'antonomasia per chi faceva fatica a parlare. 
Così che ancora oggi Giambra resiste nei soprannomi di diversi cittadini con una balbuzie, superata o ancora in corso, ma Giambra a vita. 
E anche questo, caro dottore, è un modo per far sopravvivere la propria fama!
Grazie di essere passato di qua!


 

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