Chiude un'altra azienda storica: Fausta addio

24 dipendenti licenziati, "perché il governo non c'è": lo dicono anche i sindacati
Ritratto di Redazione
Marchi, segretario provinciale Femca Cisl
"Vogliamo lavorare": l'urlo delle lavoratrici della Fausta in piazza Martiri della Libertà davanti al comune di Rudiano
L'incontro con il vice sindaco Pietro Vavassori
Mondini (Femca Cisl) interviene in Comune

Un'altra immensità del nostro patrimonio che chiude: semplicemente per due motivi. Lo Stato non c'è perché devasta un'azienda che è cresciuta di un milione di fatturato nel 2012 e che pure si trova tasse a dismisura nonostante siano aumentati persino di più gli insoluti, schizzati oltre il 30%. Su quegli insoluti il nostro amorevole Stato compie un omicidio, chiedendo iva, tasse, ires e irap. E' accaduto per la Fausta abbigliamento di Rudiano: 50 anni di vita, dalla fondazione di Fausta Cinquini al prosieguo delle figlie Valentina e Daniela Soldi, fino al coinvolgimento di tutta la famiglia per guidare questo mini-impero per qualità e stock di alto livello nel campo dell'abbigliamento, al punto da rilevare anche il marchio per la produzione femminile di una realtà come Pignatelli. 
Alla fine ha annunciato di chiudere, con 24 dipendenti in forza. Sul posto l'unico sindacato presente, la Femca Cisl, con Giuseppe Marchi e Maria Rosa Mondini. 
Con loro anche la Rsu Silvia Piemonti. «Purtroppo è stata richiesta la cassa integrazione straordinaria di 12 mesi per cessata attività – annuncia Piemonti -. Abbiamo tentato anche la via della cooperativa ma non era sostenibile, anche perché l'azienda nel frattempo ha ceduto un marchio di prestigio come la Domina, già fallita a Castrezzato pochi anni fa (era in forza alla famiglia della Polieco, ndr)." 
"Pesano tasse ingiuste, uno Stato impietoso e banche che ormai non danno più nulla - è il commento dei sindacati - ed è ora di dire chiaramente che il muro contro muro tra dipendenti e datori di lavoro non esiste più: qui si tartassano le aziende e le buste paga dei dipendenti allo stesso modo". E' invece rimasta al palo la proposta dei sindacati di allargare l'outlet o di realizzare una sede logistica di settore. 
Ora spazio a un altro furto di Stato: 12 mesi di cassa integrazione che per 24 dipendenti significano almeno 288 mila euro di spesa pubblica in più: quanto le tasse, o quasi, che l'azienda si sarebbe potuta vedere abbuonate sugli insoluti. Ma lo Stato, si sa, è miope e tiranno: bada solo a incassare senza cognizione di causa. Affranto il vice sindaco Pietro Vavassori che si è impegnato nell'incontro con le maestranze a fare tutto il possibile per ricollocare una minima parte dei disoccupati e a informare la Provincia del dramma in corso. 
Disperata la dichiarazione di Alessandro Pasini, dirigente dell'azienda: "Abbiamo avuto il dolore di chiudere un'azienda che fatturava semplicemente perché lo Stato e le Banche hanno dato fuoco alla nostra storia". 

Pietro Vavassori, vice sindaco di Rudiano
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