Ex cava Betongamma, disco verde per il progetto di recupero

Grazie all'accordo tra Amministrazione comunale e Sandrini Metalli
Ritratto di roberto parolari

Era nell'aria e ora è realtà: il sito di escavazione ormai dismesso di Betongamma sarà bonificato grazie a un accordo con la Sandrini Metalli Spa. Si chiude un capitolo lungo oltre 20 anni, visto che il sito di via Roccafranca è sempre stato al centro di polemiche per la mancata operazione di bonifica e ripristino a campagna, imposto dalla convenzione con il Comune.
Per anni, anzi, continuò a funzionare con attività di betonaggio, fino a che non furono le grane finanziarie a far capitolare la società e a chiudere il sito definitivamente. Un orrore dal punto di vista ambientale e urbanistico, visto che la bonifica non è mai avvenuta.
Ora l'avvio alle operazioni di recupero è certo.
Lo scorso ottobre la società Sandrini Metalli Spa ha presentato una proposta per la realizzazione di una nuova linea per la produzione di pannelli isolanti da impiegare in edilizia, che comporta l’ampliamento dell’attività principale già insediata in via Roccafranca.
L’ampliamento aziendale interesserà i terreni adiacenti l’azienda attuale e, per compensare il consumo di suolo, la ditta ha avanzato al Comune la proposta di acquisire dalla società Betongamma, poi Fin Beton, (oggi in liquidazione) le aree della sua ex cava (circa 135 mila metri quadri), così da reperire ampi standard urbanistici da cedere al Comune e assolvere agli oneri connessi all'intervento.
Punto focale dell’accordo è che, acquisite le aree della ex cava, la Sandrini Metalli le cederà al Comune come standard rispetto all'ampliamento richiesto: il Comune potrà procedere alle opere di recupero dell'area (già progettato), evitando concretamente di attuare l’originario piano di sviluppo edificatorio di questa immensa area. Ora, invece, verrà destinata alla sua totale rinaturalizzazione, appunto azzerando la capacità edificatoria del comparto (47.377 metri quadri).
Inoltre, la Sandrini concorrerà al recupero della ex cava non solo per via della cessione, ma anche perché, a proprie spese, si occuperà di trasferire in cava le terre e le rocce da scavo provenienti dalle operazioni di preparazione del cantiere del proprio ampliamento industriale (è previsto di trasferire in cava tutto il materiale di risulta dello scortico del terreno vegetale).
Materiale utile e necessario per avviare concretamente la sistemazione delle aree della stessa ex cava e la sua forestazione, che verrà poi ulteriormente proseguita in autonomia dal Comune secondo ulteriori progetti che il Comune stesso potrà nel tempo a definire, anche in relazione alle risorse che riuscirà a stanziare ed alle varie opportunità di finanziamento. Tra queste, la possibilità che in futuro il Comune possa trasformare la ex cava in un bacino idrico a servizio dell’agricoltura clarense (e non solo), anche con l’apporto di eventuali contributi regionali o nazionali.
La Sandrini cederà anche aree utili al completamento del percorso ciclo-pedonale tra Rudiano, Urago d'Oglio e Chiari.
Insomma, un accordo vincente per l’Amministrazione di Chiari sotto ogni profilo, dato che il Comune diventerà così l’unico proprietario dell’intero ambito di rigenerazione della ex cava che è esteso per circa 135 mila metri quadri (pari all’intera superficie del centro storico della città di Chiari) e potrà avviare concretamente il recupero funzionale della ex cava e accedere ai finanziamenti comunitari.
Un'area che è già definita di interesse pubblico primario e un obiettivo strategico fondamentale del PGT e del Comune stesso, sia in termini di valorizzazione patrimoniale, sia in termini di riqualificazione urbana, ambientale e paesaggistica, nell’ottica di destinare le aree stesse a destinazioni e funzioni aventi finalità pubbliche e collettive.
"L’attenzione all’ambiente e alla sua salvaguardia passa anche e soprattutto da decisioni importanti e coraggiose. Come, ad esempio, la scelta di destinare il terreno della ex cava a “parco urbano” con lavori ed interventi mirati a ricostruire e riforestare una zona della Città con l’obiettivo di renderla una cintura verde che abbraccia la nostra Chiari - ha commentato il Sindaco Massimo Vizzardi -. Da zona industriale a spazio pubblico con più di una destinazione, bacino idrico in supporto all’agricoltura in caso di emergenza siccità e un parco per ragazzi e famiglie dove praticare sport o attività all’aria aperta. Sostenibilità, attenzione all’ambiente e sostegno all’agricoltura, un progetto che grazie all’ottima collaborazione tra pubblico e privato farà guadagnare una marcia in più alla nostra città".
"È un progetto estremamente significativo e importante per la città, da una parte permette di avviare al recupero una cava che da decenni è in stato di degrado (e che diversamente rimarrebbe senza soluzioni ancora per molto tempo), inoltre, azzera una capacità edificatoria commerciale e residenziale per quasi 50.000 mq di superficie lorda, con la possibilità di avviare una possibile soluzione ad un problema che sta interessando il mondo agricolo da ormai diversi anni: quello della scarsità d’acqua nel nostro sistema di irrigazione – commenta l’assessore alle attività produttive Domenico Codoni. – Infatti la cava potrà diventare un bacino idrico decisamente importante (la cava è pari a circa 700.000 mc) che in caso di necessità potrà dare una mano al mondo agricolo nei periodi più siccitosi. Oltre a tutto questo riteniamo necessario e utile favorire la crescita del tessuto produttivo, con ricadute positive sull’occupazione e sull’indotto”. 

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