Il ricordo di Mario Baldini

Per celebrare i 150 anni di “Chiari Città” a sue spese ha realizzato e distribuito migliaia di chiavi con l’effige della Torre Campanaria
Ritratto di alex

Ricordare un amico d’infanzia scomparso da poco non è cosa facile. Mario Baldini era nato nel 1942 nella centralissima via Zeveto e, come tanti della nostra età, inizia a lavorare molto presto facendo parte dei pendolari in treno che la brava Maria Corti ha raccontato e pubblicato nel 1981 nel suo libro: “Cantare nel buio”. Carrozze viaggiatori in quell’immediato dopo guerra necessarie per far fronte al boom di richiesta di: muratori, carpentieri, imbianchini, fabbri, falegnami, stiratrici e cameriere ecc. Non ce n’erano per tutti e capitava che per dare la precedenza agli adulti ci dovevamo accontentare dei carri bestiame aggiunti a fine convoglio. Vallo a dire ai giovani di oggi – beati loro – che si lamentano del ritardo dei voli aerei diretti alle Canarie, Maldive, Seychelles ed altre spiagge. Ed è nell’opulenta e generosa metropoli milanese che Mario trova lavoro, incontra e fa amicizia con Mario Bongiorno dalla bella voce che alcuni anni dopo si fa conoscere al grande pubblico con il nome d’arte Mario Tessuto, autore di canzoni di successo come la super gettonata “Lisa dagli occhi blu”. Negli anni Settanta Mario e la moglie Gentile Gavazzoni, originaria di Orzinuovi, decidono di trasferirsi a Milano aprendo il negozio di ferramenta, chiavi, serrature e casseforti facendosi subito apprezzare dalla clientela nelle cui vetrine spesso facevano bella vista le pagine del: “Giornale di Chiari”, del mensile della Parrocchia “l’Angelo”, nelle quali si parlava di eventi, mostre, della “Fondazione Morcelli Repossi”, della Villa Mazzotti, Quadre e concerti della sua città natale. La grande metropoli milanese (dove sono nati i figli: Luigi, Paolo e Luca) costituiva sicurezza economica, ma il suo cuore, le sue radici, i suoi affetti, ricordi e gli amici erano sempre a Chiari dove, alcuni anni dopo, riesce ad acquistare un’abitazione con un ampio spazio verde a cui dedicare i fine settimana per rigenerarsi dalle fatiche e dallo stress del lavoro e, soprattutto, per mantenere vivi i contatti e le amicizie. Oltre al giardinaggio, con l’inseparabile fratello Piero si dedicava alla pesca. Nel 1984 la famiglia Baldini viene colpita dal grande dolore per perdita del figlio Luigi di 17 anni deceduto a seguito di un incidente stradale; sepolto nella tomba di famiglia del Cimitero di Chiari. 

Migliaia di chiavi con l’effige della Torre Chiari sparse in Milano ed altre città italiane e straniere. Ed è il 2011 quando, con una iniziativa più unica che rara, in occasione dei 150 anni del titolo di “Città” per promuovere in tempo lo storico riconoscimento realizza e distribuisce dal suo negozio migliaia di chiavi con l’effige della secolare Torre Campanaria. Il suo traguardo era di farne un numero pari agli abitanti clarensi, ma a conti fatti, a più riprese, pare che siano molte di più. Centinaia quelle con tanto di nastrino tricolore distribuite sempre gratuitamente agli amici e conoscenti clarensi. Chiavi che oltre a Milano e provincia, tramite i suoi clienti che hanno attività commerciali e uffici di rappresentanza all’estero sono arrivate in molte altre città italiane e straniere di cui: a Londra, New York, Parigi, per citarne alcune. “Un Baldini promoter senza frontiere della sua città del cuore”, verrebbe da dire. Martedì 25 luglio, nella chiesa milanese di Achilleo e Nereo, stracolma come non mai, durante l’omelia di don Gianluigi Panseri il nome di “Mario di Chiari” e della sua generosità verso questa chiesa e per i giovani parrocchiani ai quali ha dato loro un campo da calcio rifatto di sana pianta, sono stati pronunciati diverse volte. Atti di generosità sempre taciuti e di modestia d’altri tempi. 

Voleva realizzare nuove chiavi dedicate a: “Chiari Prima Capitale Italiana del Libro - 2020” Il simbolo della Torre Campanaria non lo aveva scelto a caso, ma per il fatto che lei per noi giovanissimi nati durante la Seconda guerra mondiale, soprattutto durante i mesi invernali, con in tasca una bustina di farina di castagnaccio, oppure uno stecco di liquirizia o di radice dolce, trascorrevamo le domeniche pomeriggio al calore della stufa a legna del buon “Ceco Turesà”. Un piccolo mondo antico scomparso troppo presto che continua a vivere in chi lo ha vissuto. Recentemente, Mario, e non solo lui - sottoscritto compreso - in attesa che i cartelli all’ingresso della Città indicassero il prestigioso riconoscimento nazionale del 2020 - che molti Comuni e Città ci inviano - aveva deciso di realizzare le prossime chiavi con la dicitura: “Chiari Prima Capitale Italiana del Libro”. Mario, che aveva dato il via al bozzetto, realizzato da Roberto Viesi, è scomparso prima di vederlo realizzato. Desiderio che i suoi famigliari una volta esaurite le scorte con l’effige della Torre, pare siano intenzionati a rispettare e portare a termine.
L’amore per la sua Città per la sua storia e la sua gente, Mario ce l’aveva veramente nel cuore.

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