Stazione che vergogna

Rifiuti sui binari e scarsa manutenzione per lo scalo di viale Marconi
Ritratto di alex

La stazione ferroviaria di Chiari è il tallone d'Achille per una città che si sta aprendo sempre più al turismo.
Mentre questa città registra costanti crescite nel turismo locale, grazie a eventi distribuiti durante tutto l'anno, lo scalo di viale Marconi rappresenta un simbolo della vergogna tutta italica che vede in primis le grandi società di trasporto trasformare in luoghi degradati spazi che dovrebbero splendere come specchi, tanto sono strategici per muovere turismo e incentivare l'accesso al trasporto pubblico.
E la situazione a Chiari è davvero grave. L'area del terzo binario, soppresso anni fa, è diventata una discarica a cielo aperto, un luogo di vegetazione incontrollata e lussureggiante degna di un posto abbandonato da anni. Qui crescono incontrollati bambù e robinie al punto da nascondere persino la segnaletica di arrivo: della scritta «Chiari» resta ben poco. Solo il blu accennato del cartello. Altre piante hanno offuscato i lavori appesi alla muraglia di divisione con la Gnutti in occasione di Chiari Capitale del Libro.
Tutte conquiste che le Fs sembrano ignorare addirittura cancellare nei fatti.
E la situazione non è migliore sui binari operativi, dove l'assenza di manutenzione consente erbacce alte e l'accumulo di rifiuti.
L'assessore alla comunicazione Domenico Codoni ha garantito un sopralluogo con l'area manutenzione del Comune: «Intanto cercheremo di fare il punto sulla gravità della situazione e le possibilità di recupero. Purtroppo non possiamo fare tutto da soli ma dovremo confrontarci con Fs al fine di concordare un intervento condiviso. Da soli infatti non possiamo muoverci».
La stazione negli anni si è sempre confermata il vulnus della città, nonostante numerosi interventi del Comune che si è sempre sostituito all'ente pubblico: dalla pulizia al presidio con la Polizia locale, fino alle bonifiche di tanti vandalismi messi a segno in questo scalo.

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