Pesca abusiva piaga sebina

La polizia provinciale ha recuperato 500 metri di reti
Ritratto di mavi

Un pericolo, sia per la fauna ittica che per le persone, come ha tristemente dimostrato la tragedia che è costata la vita al sommozzatore bergamasco Lorenzo Canini lo scorso anno. Per questo la Polizia Provinciale di Brescia, con la collaborazione delle Guardie volontarie provinciali, negli ultimi mesi ha intensificato i controlli effettuati nelle acque del lago d’Iseo per cercare di debellare il fenomeno del bracconaggio, che i freddi numeri dicono essere in crescita continua. 
Dal 2015 sono stati ben 12 i sequestri di reti abusive effettuati dalla Polizia nelle acque del lago d’Iseo, reti che raggiungevano anche i 100 metri di lunghezza trovate fra Montisola e Predore, davanti a Sale Marasino, sul fronte a lago delle lamette e di fronte ad Iseo, come in quest’ultimo caso. Spesso la Polizia si è giovata della collaborazione di altre forze o gruppi, come le Guardie volontarie, il Gruppo Ncd (North central divers), il Gruppo Sub Ysei e la Guardia costiera ausiliaria, che aiutano ad individuare le reti e a recuperarle. 
È notizia di luglio che gli uomini della Polizia Provinciale nel giro di un mese hanno sequestrato oltre 500 metri di reti abusive, rinvenuti in diversi spezzoni, tra Iseo e Pilzone, ma anche nelle acque antistanti la Riserva Naturale Torbiere del Sebino. Si tratta di reti che sono sprovviste del bollino numerato che consente di risalire al proprietario, il pescatore che le ha posate, che sono state calate lungo le rive di entrambe le sponde, anche sul fronte a lago delle lamette, la zona «A» delle torbiere che si estende da Sassabanek a Clusane. Nell’area naturale a metà maggio sono stati rimossi oltre 300 metri di reti abusive, 5 bertovelli e gabbie per anguille, canne da pesca e un’imbarcazione abbandonata frettolosamente dai pescatori di frodo. 
Queste reti rappresentano un pericolo mortale per tutti i pesci, anche quelli di specie o pezzatura proibite, e soprattutto per chi si immerge dove sono calate, come capitò al sommozzatore bergamasco che, rimanendo impigliato in una di esse, perse la vita. 
Sul sequestro si è espresso il comandante della Polizia Provinciale Carlo Caromani che ha confermato la maggiore presenza sul Sebino e il valore della collaborazione con le Guardie volontarie. «I nostri agenti di ruolo svolgono il loro servizio dalle 6 alle 20 e solo occasionalmente in tarda serata, mentre le Guardie volontarie provinciali, ovviamente in divisa, esercitano il controllo del territorio in orari inconsueti, persino nottetempo, utilizzando una barca fornita dal Nucleo ittico venatorio provinciale. Questa novità –ha concluso il comandante -, introdotta quest’anno, si sta rivelando la carta vincente». 
Ora gli agenti della Polizia Provinciale dovranno mettersi al lavoro per dare un nome a chi quelle reti le ha calate nelle acque del lago d’Iseo, mettendo in pericolo persone e fauna ittica, per dare un colpo significativo ai pescatori di frodo che continuano a proliferare.

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