Santa Maria del Giogo, culla delle lettere e della geografia transvalligiana

Tra Valtrompia e Lago d'Iseo, Folengo vi abitò
Ritratto di Redazione

L'incanto è qui: lascia Sulzano alle spalle e raggiungi per una stradina impervia, per quanto asfaltata, la località Santa Maria del Giogo. Il gioco è quello che le valli e la natura hanno compilato tra Valtrompia e lago d'Iseo: in un istante guardi da una parte la Valtrompia nei suoi caratteri più silvani e boscosi. Volgi le spalle a questo prodigio e trovi un capolavoro di lago.
In mezzo c'è il santuario della Madonna del Giogo, un incanto. La si raggiunge passando per un'antica locanda che reca sui vecchi muri la scritta «Santa Maria». Poi per una pietraia si sale: nemmeno dieci minuti e si è davanti al santuario, attrezzato con aree pic nic e un grande prato.
Dietro la sede degli alpini che non è più in Comune di Sulzano ma sotto Polaveno. Anch'essa tenuta magnificamente grazie ai volontari. Sempre dietro il santuario, ossia a sud, è la fortuna di alcuni privati che detengono un paio di case, dopo di che si sviluppa il sentiero per Polaveno.
Tornando verso nord riscopri il pianoro verde che ti porta al monumento alla Madonna ed è facile commuoversi...
Poi vi scopri la storia, quella letteraria, che trova qui Teofilo Folengo, quello che, chi si è innamorato delle lettere, conosceva come l'uomo del letterato maccheronico, altrimenti Merlin Cocai: un pilastro della lingua italiana che ha albergato qui. Già, quanti lo sanno: io laureato in lettere ignoravo questo particolare tanto importante e prezioso per il nostro turismo culturale.
Pensate che in Wikipedia questa nota non è ancora presente. Albergò in Santa Maria del Giogo tra il 1537 e il 1538...
E' storia... E' prodigiosa ricchezza. 

Vota l'articolo: 
Non ci sono voti