Contro l'ex discarica restano forti i contrasti

Ritratto di Redazione

Macogna, ancora un rinvio
Una perizia deciderà il futuro dell’area su cui anche Travagliato si è espressa
di Roberto Parolari

Dovranno attendere il prossimo anno, più precisamente l’udienza fissata per il 15 febbraio, i quattro Comuni di Travagliato, Cazzago San Martino, Rovato e Berlingo per avere una risposta definitiva sulla Macogna. A decidere per un ulteriore rinvio i giudici del Tar di Brescia che, in un’ordinanza depositata dopo l’udienza del 4 giugno, hanno valutato necessaria un’istruttoria effettuata da un tecnico qualificato per dare una risposta ai ricorsi dei Comuni, definiti dai giudici come questioni rilevanti che richiedono una specifica indagine tecnica sul territorio.
La discarica nell’area della Macogna è stata autorizzata da Regione, dell’aprile 2012  il giudizio positivo in ordine alla compatibilità ambientale espresso dal Pirellone, da Provincia di Brescia, che nel luglio 2013 ha approvato, con un’autorizzazione contestuale alla realizzazione e gestione, il progetto della D.R.R., Divisione Rifiuti Riciclati. La D.R.R. ha di fatto ottenuto l’autorizzazione di insediare una discarica di rifiuti inerti e speciali non pericolosi nella Macogna, si tratta di smaltire 1 milione e trecentomila metri cubi di rifiuti nei 100mila metri quadrati dell’ex cava posta nel territorio del Comune di Cazzago San Martino. Da quel momento è iniziata la battaglia dei quattro Comuni, che sono tornati alla carica opponendosi al progetto e mettendo sul piatto la trasformazione dell’area in questione in un Plis, parco locale di interesse sovracomunale, un’idea che si è sviluppata a partire dal 2009.
Il ricorso opposto dei quattro Comuni è fondato, oltre che sulla trasformazione dell’area su cui insisterebbe la discarica prevista dalla D.R.R. in un parco di interesse sovraccomunale, sulla distanza minima che intercorrerebbe tra la stessa discarica di rifiuti inerti e l’unico pozzo che alimenta l’acquedotto di Berlingo, con conseguente rischio di inquinamento della falda acquifera. Inoltre i ricorrenti pongono anche l’attenzione sull’esponenziale aumento del traffico pesante che porterebbe il progetto della D.R.R., in un’area che già si trova a confrontarsi con un asse viario profondamente sfruttato e che subirà anche le ricadute dovute all’apertura della Brebemi.
L’insieme delle questioni poste dai Comuni di Travagliato, Rovato, Berlingo e Cazzago ha portato i giudici del Tar a sottolinearne la rilevanza: le obiezioni espresse meritano un’indagine tecnica specifica da effettuare sul territorio. Per questo è arrivata l’ordinanza collegiale per la nomina di un consulente tecnico di ufficio che possa orientare i giudici nella decisione definitiva. «È necessaria – afferma il relatore Francesco Gambato Pisani - un’istruttoria mediante una consulenza tecnica affidata ad un esperto particolarmente qualificato in ragione dell’alto profilo scientifico delle questioni sottese, nonché dotato dei necessari requisiti di assoluta equidistanza e imparzialità, non solo, così come richiesto dalla legge rispetto alle parti in causa, ma anche rispetto al contesto ambientale , nel quale la vicenda è stata oggetto di ampio dibattito politico ed amministrativo».   
Toccherà al giudice relatore Francesco Gambato Spisani individuare il nome dell’esperto che si occuperà dell’indagine tecnica, e della relativa perizia, e definire i quesiti ai quali dovrà rispondere. Dopo la perizia arriverà molto probabilmente la decisione definitiva dei giudici del Tar di Brescia e si saprà se la Macogna diventerà un parco di interesse sovracomunale o dovrà diventare una discarica.  

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