Si ritorna alla DAD nelle scuole superiori

La delusione di studenti e insegnanti del Gigli
Ritratto di roberto parolari

Da lunedì 26 ottobre per tutte le scuole secondarie di Secondo grado le nuove disposizioni arrivate da Governo e Regione Lombardia impongono la DAD, la didattica a distanza, per contenere la curva dei contagi. Una decisione che ha mandato in fumo gli sforzi per tornare in classe di dirigenti, personale scolastico, insegnanti e alunni che hanno rispettato perfettamente le normative anticovid. La delusione per la decisione di Governo e Regione ha spinto alcuni studenti e docenti dell’IIS Lorenzo Gigli di Rovato a mettere per iscritto le loro ragioni: ecco il loro comunicato.
«Siamo parte degli studenti e docenti dell’IIS Lorenzo Gigli di Rovato, nella provincia di Brescia che, nella scorsa primavera, ha affrontato con sofferenza la realtà dell'epidemia del Covid19. 
Proprio in considerazione di quanto vissuto recentemente, pur consapevoli di quanto sia fondamentale mantenere un atteggiamento prudente per prevenire una nuova ondata di tale portata, subiamo da qualche giorno il progressivo e forzato ritorno alle lezioni a distanza.
Con la presente intendiamo porre all'attenzione dell’opinione pubblica l'indignazione provata nei confronti della percezione della poca considerazione nutrita, ancora una volta, da parte dei governanti nei confronti della scuola italiana.
Sin da marzo 2020 lo Stato italiano ha avuto la possibilità di progettare ed attuare le procedure necessarie al previsto ritorno nelle nostre aule in sicurezza. Tuttavia, ciò non pare avvenuto, visto che, ora, in fase di recrudescenza del virus, la prima azione effettuata da parte di alcuni Governatori delle nostre Regioni, Lombardia inclusa, consiste nel  provvedimento che predispone, a partire da lunedì 26 ottobre, la didattica a distanza rivolta agli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado. Del resto, anche il Dpcm in vigore dal 26 ottobre 2020 si arrende a confinare la maggior parte degli studenti della Secondaria di Secondo Grado all'attuazione della cosiddetta Didattica a Distanza e, in maniera surreale, a relegare i docenti in classi vuote a far lezione davanti ad un dispositivo informatico.
Noi riteniamo che ciò si verifica perché non è stato effettuato nulla di quanto proposto ed auspicato da parte del mondo della scuola per la ripresa delle lezioni in sicurezza: l'incremento del numero dei mezzi di trasporto e delle conseguenti corse nelle ore di maggior sovraffollamento di studenti; il potenziamento dell'organico del personale docente e non docente; lo sdoppiamento delle cosiddette classi pollaio.
Nonostante siano venute a mancare le succitate condizioni, il personale della scuola si è attivato con impegno, a partire dalla scorsa estate, per individuare le modalità atte a predisporre il ritorno il classe tanto atteso da alunni ed insegnanti.
L'esperienza vissuta nel nostro Istituto Scolastico nel corso delle prime sei settimane del corrente anno scolastico ha dimostrato che è possibile proporre la frequenza in presenza.
Infatti il Dirigente ed i suoi collaboratori hanno organizzato in maniera encomiabile la nostra vita scolastica, ottenendo, fino ad ora, uno svolgimento sereno e proficuo delle lezioni, tutte in presenza, e con lo straordinario risultato di non aver riscontrato, finora, la presenza di alcun contagio!
La città di Brescia e la sua provincia presentano una situazione ancora serena che consentirebbe la frequenza degli alunni, seppure con alcuni accorgimenti prudenziali. 
Tuttavia, notiamo come, anche in questa occasione, la scuola italiana diviene la prima realtà da sacrificare, in quanto non legata a logiche di profitto economico.
Essa necessita invece di investimenti a lungo termine, i cui frutti non si possono, ovviamente cogliere nell'immediato, ma che sicuramente contribuiranno a realizzare la società futura.
Le nostre preoccupazioni urgenti si concentrano ancor di più sul presente.
Riteniamo infatti che da mesi venga leso il diritto all'istruzione e trascurate la dimensione relazionale e sociale della vita scolastica che contribuiscono in maniera consistente all'apprendimento.
Rivendichiamo l'attuazione del diritto allo studio affinché siamo messi in condizione di proseguire la nostra formazione scolastica e la crescita personale, sollecitando una serie progettazione di risorse che permettano il nostro rientro nell'unico ambiente in cui abbiamo il diritto di coltivare la nostra istruzione: la scuola reale. Quella virtuale ne è solo una sbiadita imitazione, destinata all'emergenza come extrema ratio, praticate tutte le possibilità alternative e dedicate tutte le energie economiche a disposizione».
 

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