Assemblea pubblica animata giovedì 11 aprile a Roccafranca. Nella palestra comunale il sindaco Marco Franzelli ha voluto affrontare le critiche arrivate da larga parte della popolazione per il progetto At01, per la realizzazione di 135 mila metri di capannoni in località San Fermo.
Un incontro partecipato con toni che si sono alzati una volta che i tecnici convocati dal sindaco hanno accennato a una «campagna abbandonata» in merito all'area interessata dall'edificazione.
«Sono tecnici lontani dal mondo della campagna – hanno tuonato alcuni del Gruppo Ambiente Roccafranca -, non si rendono conto che l'area interessata è sospesa dalla coltivaizone proprio perché alcuni dei proprietari sperano di costruirci sopra i capannoni ingolositi da quattro soldi».
Qualche Roccafranchese ha mai guidato sulla provinciale 72 da Roccafranca a Chiari con attenzione alle condizioni della strada?
Ha mai notato differenze tra il tratto che è sul territorio a Roccafranca e quello tra Castelcovati, Urago e Chiari?
Se non ci avete mai notato vi spieghiamo noi cosa dovreste notare.
La strada dalla rotonda tra Castelcovati, Urago e Chiari è fornita di ciclabili verso Chiari ed è in corso ancora oggi la realizzazione di un’altra ciclabile su Castelcovati. La strada che da Castelcovati va verso Urago è stata completamente rifatta, allargata, fornita di ciclabili e l’incrocio della morte tra via Rudiano e la Sp 18 (che procede verso Urago) oggi è una sicurissima rotonda. Castelcovati inoltre ha beneficiato di una intera tangenzialina.
Domenica 25 febbraio il gruppo Alpini di Roccafranca e Ludriano ha organizzato lo spiedo con polenta da asporto. È necessario prenotare le proprie porzioni entro venerdì 23 febbraio.
La distribuzione inizierà alle 12 e verranno consegnate monoporzioni in contenitori forniti dagli alpini, quindi è necessario munirsi solo di borse.
Per avere maggiori informazioni e per le prenotazioni, contattare Flavio al 3385201498. Il costo per ogni porzione è di 12 euro.
Il ricavato dell'iniziativa verrà utilizzato per la costruzione del monumento.
C'è un momento nella vita di un agricoltore che sta diventando un incubo tra Roccafranca e Orzinuovi: è quando con il suo trattore lascia la cascina o i campi per immettersi sulle provinciali 72 (verso Chiari) e 2 (tra Roccafranca e Orzinuovi). Un incubo così grande che le imprese agricole sempre più spesso organizzano lavorazioni coordinate tra più campi contigui per ridurre i tempi di accesso alla strada. La ragione è il livello di traffico raggiunto da queste arterie, ormai inadeguate a consentire l'attività rurale in sicurezza. Per comprendere quanto sia pericolosa la situazione, basti dire che i trattori, tanto più se con rimorchio, a certe ore impiegano anche un quarto d'ora per riuscire a mettersi sulla strada.
Addio a Costanzo Massetti, protagonista infaticabile del mondo artigiano, una persona per bene
Il mondo dell'artigianato è in lutto per la scomparsa di Costanzo Massetti. Aveva 63 anni.
Tipografo a Roccafranca insieme al fratello Eugenio, ha trascorso tutta la vita tra le carte inchiostrate delle macchine da stampa e le commesse da consegnare ai clienti.
Braccio destro incrollabile del fratello, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Costanzo era un'anima buona e discreta, con una velata ironia, uno spirito dandy e un sorriso sempre in tasca.
I problemi di cuore pregressi e una recente influenza devono essere stati determinanti in questo esito fatale, che ha sorpreso Costanzo mentre era assopito su una poltrona di casa.
Ieri mattina, sul presto, la luce ancora accesa della casa aveva destato i sospetti del fratello Eugenio, che in partenza per una trasferta in aereo aveva allertato i fratelli che si sono subito diretti all'abitazione, la storica cascina a corte al 30 di via fiume Oglio.
Roccafranca ha perso un'icona mite e silenziosa. Si è spento stamattina a 81 anni Luciano Saviori.
La sua scomparsa è stata immediatamente nota alla comunità, perché l'uomo ha avuto un malore mentre camminava sul marciapiede di via Santi Gervasio e Protasio, poco a sud del supermercato Italmark.
L'emergenza sicurezza sul fronte viabilistico in centro storico a Roccafranca sta diventato sempre più seria. Lo dicono i troppi passaggi con il rosso all'incrocio tra via Oglio e via Marconi con via Santi Gervasio e Protasio, come pure le velocità con cui molti veicoli arrivano o escono dal centro.
Un primo passo per mettere in sicurezza l'intersezione è stato promosso dall'Amministrazione comunale in questi giorni, con l'intervento agli impianti semaforici.
Con un rapido cantieramento sono state rimosse le lanterne precedenti e sono state sostituite con semafori di ultima generazione, ovvero a led.
«Abbiamo ricollaudato tutta la rete – spiega il sindaco Marco Franzelli – e messo mano anche alla tecnologia luminosa, poiché con le vecchie lanterne spesso le lampade si fulminavano. Ora abbiamo tutte lanterne nuove di zecca e a led e il vantaggio è doppio. Si fulminano di meno e hanno una luminosità notevolmente superiore».
C’era un titolo di Bresciaoggi che già diceva tutto: era il 15 agosto 1994. «Troppa puzza, non si respira». L’apertura in Cronaca era dedicata a Roccafranca e all’impatto pauroso degli allevamenti zootecnici, in particolare a quelli di maiali. Dopo quasi trent’anni la storia è la stessa, anzi è peggiorata. E così sono tornate le segnalazioni a Comune, Ats e Arpa con la differenza che oggi quel «non si respira» ha un nome preciso: è a tutti gli effetti inquinamento atmosferico e non banale puzza ed è fuori legge. Si tratta infatti di ammoniaca che finisce per ammorbare case in un momento nel quale tenere aperte le finestre è fondamentale per ricevere un po’ di refrigerio. Le segnalazioni sono ogni anno decine ma restano nei bar, nelle case, nei condomini, proprio come quella puzza. E a confermarlo è Ats che ben conosce l’impatto pesante degli allevamenti intensivi a Roccafranca come in tutta la Bassa bresciana.
Probabilmente una potentissima mini cella è alla base della «bomba» che a mezzogiorno ha devastato un'abitazione nel Villaggio Paolo VI e messo ko quelle di una decina di famiglie.
Una saetta è penetrata all'interno di una casa che in quel momento era occupata da padre e figlio.
Il fulmine è stato visto rimbalzare sul tetto dai vicini. Paolo Conti, proprietario di casa, ha vissuto attimi di autentico terrore: «Cosa ho pensato? A Putin e a una bomba sull'aerobase Ghedi, tanto è stata potente la deflagrazione, che nulla ha a che fare con quella di un normale tuono».
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La saetta ha sfondato il tetto e ha penetrato l'intero impianto, mandando in tilt tv, internet, riscaldamento e la rete elettrica.
Pochi istanti dopo ha preso fuoco la tenda di casa e il disastro è stato evitato per una pura casualità.