Il professor Quaresmini racconta la storia della cascina Averolda

L'opera sarà presentata a Librixia il prossimo 30 settembre
Ritratto di roberto parolari

Sarà presentato sabato 30 settembre alle 18.30 nell'ambito di Librixia, la fiera del Libro di Brescia che ogni anno per nove giorni porta in scena la produzione letteraria, autori e personaggi del mondo della letteratura, dello spettacolo e dell'informazione e che si svolge principalmente nella cornice di Piazza Vittoria, il volume “La cascina Averolda di Travagliato” ultima fatica del professor Giovanni Quaresmini. Edito da Edizioni La Compagnia della Stampa Massetti Rodella con la presentazione del professor Sergio Onger, il volume di 208 pagina racconta le vicende storiche della cascina Averolda di Travagliato.
«Le vicende della cascina Averolda – scrive il professor Quaresmini nell'introduzione all'opera -, che nei secoli ha avuto un ruolo importante a sfamare la gente che vi lavorava e a costituire una rendita per i vari proprietari che si sono succeduti, si sono intersecate con i rivolgimenti storici che hanno caratterizzato il nostro territorio. Attraverso i vari passaggi di proprietà, si possono leggere, in controluce, gli avvenimenti che hanno portato alla situazione odierna nell’incessante alternarsi delle tribolate stagioni dell’uomo. In sintesi, i suoi terreni da granaio sono diventati spazio d’accoglienza per le aziende produttive, mentre la cascina, ormai orfana dei campi, ha perso la sua antica funzione ed è in attesa di trovare una nuova destinazione che le restituisca un ruolo per il presente e il futuro che sia all’altezza del suo passato».
Per avere le prime notizie relative alla cascina Averolda bisogna tornare fino a fine 1400: con la morte dell'abate Nicolò Averoldi i suoi tutti i suoi possedimenti passano all'Abbazia vallombrosana dei Santi Gervasio e Protasio di Brescia. Con essi la cascina Averolda. Si deve risalire al 1509 per aver il primo documento che testimonia con certezza l’esistenza di un complesso produttivo agricolo denominato Averolda. Per i due secoli successivi gli unici documenti che parlano della cascina riguardano semplici atti di gestione economica.


A cambiare la storia della cascina Averolda è il 1797: Il 18 marzo di quell’anno a Brescia si costituisce il primo governo provvisorio di ispirazione rivoluzionaria e repubblicana la cui composizione venne annunciata ufficialmente il 24 marzo. Il governo provvisorio bresciano – continua nella sua introduzione nazionalizza i beni ecclesiastici e l’Averolda, che non viene venduta immediatamente, viene conferita per asta ad un locatario, il “cittadino” Giuseppe Quaresmini. Dopo che Brescia e il relativo distretto confluiscono nella Repubblica Cisalpina la cascina Averolda viene aggregata al “Monte Napoleone”, che gestiva il patrimonio personale di Napoleone e dei parenti della famiglia reale che aveva sede nell’attuale via Monte Napoleone di Milano, che ne decise l'alienazione nel 1813. Ad acquistarla all'asta fu Giacomo Taffelli, ricco mercante di stoffe che fece costruire la palazzina neoclassica d'ascendenza vantiniana che si trova sul lato orientale della cascina. 
Taffelli nel 1839 cede la cascina all’Ospedale delle Donne dell’Averolda in cambio di un vitalizio a suo favore “vita natural durante” con contestuale mantenimento ed assistenza da parte dell’Ospedale stesso. L'Ospedale delle Donne decise di dare la cascina in concessione e da quel momento la sua gestione fu di pertinenza di diversi conduttori. Tra questi ci fu Luigi Bonomelli, padre di Emilio e Mario Bonomelli, che ricoprirono la carica di sindaco di Travagliato. 
«Dai primi anni Ottanta del secolo scorso – conclude il professor Quaresmini nella sua introduzione -, i campi della cascina Averolda inizieranno, a stralci, ad essere interessati al piano per gli insediamenti produttivi realizzato dall’Amministrazione comunale sulla base di una programmazione di zona. A seguito, dell’acquisto delle aree da parte del Comune e della relativa urbanizzazione, si procedeva alla cessione dei relativi lotti a diverse aziende artigianali e produttive. L’operazione si era resa possibile grazie all’accordo con gli Spedali civili di Brescia, proprietari dell’Averolda, e con l’ultimo conduttore del fondo rappresentato dalla famiglia Zubani. In questo modo, si giungerà ai giorni nostri con la sopravvissuta cascina e attigua casa padronale che, orfane dei campi, attendono una nuova destinazione».


 

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