In memoria di Umberto Colombo

E il Natale era un'impressione... costante e stravagante
Ritratto di Redazione

La Gioia del Natale ogni giorno che fa freddo, ogni giorno dell'anno, ovunque faccia freddo... Basta questa musica. E sentivo il Natale in quell'auletta dell'Università Cattolica di Brescia (bella per architettura, meno per credenze e scaramanzie) quando a novembre in 10 seguivamo le lezioni di Umberto Colombo... Morto anni e anni fa... Si sentiva già Natale e il senso di quei dolcetti in scatole di latta, di raccoglimento intimo in palazzoni milanesi a raccogliere un Natale un po' più solenne, formale e al contempo sobrio. Pensavo così al Natale: terzo piano di un palazzo antico e un po' decadente. Tutti insieme attorno a una tavola con freddo gelo e sobrietà... E qualcuno suonava il piano... Mio padre chiedeva qualcosa in più del solito... come al solito. 
Dedicato al professor Colombo, genio "ateo" di critica letteraria scomparso dopo avermi raccontato l'estetica di Alessandro Manzoni e aver citato tutto, anche il passo di quell'autore che al suo protagonista concedeva di "pulirsi il culo col Deuteronomio". 
Criticato, detestato gesto, ma in Cattolica Umberto affrontava tutti, citando e criticando anche questi passi. E non temeva di fumare con l'ombrello in mano sotto la pioggia mentre il cancro gli accorciava i giorni.

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