Mancano i dati sulle reinfezioni

Il corridoio dei guariti è totalmente ignorato. Un assist per i produttori di vaccini?
Ritratto di Massimiliano Magli

Più che i morti nella provincia di Brescia, fa paura un dato statistico mancante in assoluto: l'assenza di indicazioni di quanti siano i ricoverati tra i vaccinati completi, quanti tra i vaccinati con una chiamata e quanti tra i guariti (quindi i casi di reinfezione con ricovero o decesso). 
A inizio estate uno studio avviato proprio in Lombardia evidenziava rischi di reinfezione enormemente più bassi che con il vaccino (vedi foto tratta da Adnkronos), ovvero dello 0,07%, e con esiti per nulla preoccupanti nei pochissimi rinfettati, alcuni dei quali peraltro sanitari e quindi sottoposti anche al rischio di cariche virali più alte.
Non solo, manca su questi tre corridoi un'indicazione anagrafica, perché è chiaro che una reinfezione di un 90enne spesso ha poco senso con il suo decesso, mentre le reinfezioni tra un 40enne guarito, per ipotesi, a marzo, se sortisce ben poche conseguenze potrebbe essere la spia evidente che i guariti non abbiano bisogno di alcun vaccino. 
Ma per saperlo con certezza serve trasparenza e occorre rivelare tali dati, mentre a oggi il bollettino diffuso dalle autorità sanitarie parla senza alcuna differenza di morti e ricoverati. 
Nel Bresciano si sono vissute interesse settimane senza decessi, mentre nel resto dell'Italia si registravano morti e ricoveri. 
Quanto è dovuto ai vaccini tutto questo? E quanto al fatto che Brescia è stata la provincia più colpita dal Covid lo scorso anno: che siano gli effetti di un'immunità già diffusa?
Se la scienza statistica non viene utilizzata sarà impossibile capire se i vaccini avranno vita breve e potremo tornare a una vita normale. 
Tanto più va ricordato che il numero di infettati in ogni provincia è ipotizzabile, parole della scienza, di decine superiori al dato ufficiale. Questo potrebbe aiutare a comprendere la minore mortalità nel nostro territorio. 
Ma se mancano i dati, non ha senso nemmeno inoculare vaccini per anni salvo poi scoprire che per i guariti non fragili non ce n'era alcun bisogno: non avendo così nemmeno la possibilità di raffrontare la capacità di difendersi degli organismi sani con difese naturali con quelli vaccinati.

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