I canunsèi hanno fatto il pienone

Successo dell'ottava rassegna
Ritratto di Redazione

Che la tavola possa avvicinare alla devozione lo dicono i numeri: tra il tavolo e l'altare, a Castelcovati, il passo è breve, mentre è enorme la distanza calorica tra una comunione sacra e quella comunione profana che invece accomuna le migliaia di visitatori che hanno consumato «canunsèi» in queste due settimane in onore del patrono S. Antonio.
Si conferma da record la rassegna «I Canunsèi de Sant'Antone», che ieri ha staccato l'ultimo ticket da un calendario ricco di appuntamenti.
Il sindaco Camilla Gritti, ideatore dell'evento giunto all'ottava edizione, ieri pomeriggio era come di consuetudine tra il bancone della cucina e la sala, a servire il prelibato primo piatto degno di «Denominazione comunale», che ha fatto registrare vendite da record. «Siamo in linea con gli altri anni – spiega il primo cittadini – abbondantemente sopra i 10 quintali di canunsèi. Se consideriamo che il palatenda dell'oratorio tiene 400 posti i conti sono presto fatti».
E allora facciamoli: 400 posti, con un minimo di turnazione tra i clienti, e l'appuntamento di mezzodì e della sera, significano quasi 7000 presenze a tavola nel solo centro giovanile. A queste si devono sommare quelle che colgono l'occasione per consumare questo primo piatto della tradizione nei ristoranti del paese che hanno aderito compatti al menù «antonino».
Numeri che si aggiungono ai visitatori che arrivano copiosi anche per il Grandioso prespio storico nella chiesetta di Sant'Alberto.
Ieri sera poi c'è stato il gran finale con il Festival canoro in oratorio. «Posso dirmi felice – spiega il sindaco – di avere organizzato qualcosa che va al di là del mio mandato. La gente si ritrova in questa festa e abbiamo dato identità a un piatto storico».
Teme la concorrenza della sagra di Pontoglio o preferisce gemellarsi? «Né uno né l'altro – dice -. Auguro il meglio anche ai pontogliesi ma i canunsèi non sono i casoncelli. Certo fa piacere vedere che hanno scelto di imitarci nell'idea di coinvolgere anche i ristoratori con il menù tipico».

 

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