Montisola fiorisce con Santa Croce

L'evento da non perdere che ogni 5 anni fa fiorire la splendida isola
Ritratto di Redazione

Secondo una versione romanzata la festa di Santa Croce ebbe le sue origini all’inizio del 1600. Più precisamente nel 1629 quando i Lanzichenecchi dopo essere stati sconfitti a Mantova si ritirarono attraversando la Franciacorta, dove portarono la peste, che in poco tempo si espanse estendendosi fino al Sebino e decimando la popolazione fino al 1632.

In tutti i borghi della zona si contarono migliaia di vittime tranne che a Govine di Pisogne e a Carzano di Monte Isola, unici borghi risparmiati dal contagio. Quindi, per ringraziare il cielo per questo miracolo, a Govine la popolazione volle erigere un santuario dedicato alla Madonna detta “La Madonnina” e a Carzano ebbe origine la celebrazione della festa di Santa Croce.
Dopo studi accademici approfonditi si è scoperto però, che la storia è andata ben diversamente: infatti la nascita della celebrazione della Santa Croce risale al più recente 1835. In quel periodo il colera asiatico imperversava sul Sebino, in modo particolare nei piccoli centri abitati di Carzano e Novale, dove si registrò la più alta percentuale di decessi in relazione alla popolazione locale. Gli abitanti di questi borghi, per essere risparmiati morte certa, chiesero al Cielo la grazia facendo voto alla Santa Croce di Cristo: promisero di onorarla con una magnifica festa a cadenza quinquennale a metà settembre in modo da comprendere il 14, giorno della solennità liturgica della Santa Croce. Il morbo cessò come per incanto dopo il passaggio della reliquia per le vie delle due frazioni. Ad oggi l’unico anno in cui la festa non ebbe luogo fu il 1945 a causa della guerra, occasione in cui fu rimandata all’anno successivo, ma dal 1950 riprese a realizzarsi ogni cinque anni.
Da 179 anni il 14 settembre di ogni quinquennio la reliquia della Croce di Cristo - conservata nella chiesa parrocchiale di Carzano in un reliquiario d’argento a forma di croce del XVIII secolo - viene portata in solenne processione per le vie delle due frazioni.
Don Francesco Turla, sacerdote nato a Monte Isola nel 1935, nel suo libro “La Vergine Bellezza di Montisola” spiega dettagliatamente come la trasformazione di queste due piccole e povere frazioni durante la festa fosse strabiliante, facendo riferimento anche alla particolare tempra dei loro abitanti: “La festa del ringraziamento che per tradizione doveva essere grandiosa se il miracolo era stato grande, era diventata in questa piccola comunità di pescatori un momento di riscossa dalla tristezza quotidiana, dalla profonda povertà, una rivoluzione di fronte agli altri paesi del lago e alle stesse povere frazioni all’interno dello stesso comune.
Era il risultato di una forte coesione sociale saldata dalle stesse difficoltà di sopravvivenza.
Il legame che unisce gli abitanti di Carzano si riallaccia e si evidenzia in questa occasione; la vera festa è nel momento operativo della preparazione, nel perfetto accordo organizzativo, nella ritrovata unità che deve portare ad un risultato eccezionale. Tutto deve essere migliore dell’edizione precedente, non importa se si devono dedicare interi giorni di ferie per il faticoso allestimento, è importante essere insieme.
Un tempo si mangiava la sera nelle lunghe tavolate in strada dove a turno le famiglie preparavano le specialità culinarie; si parlava, si cantava, consapevoli dell’importanza di un’esperienza che si ripeterà solo tra cinque anni” [...] E’ una tradizione popolare che mantiene una profonda autenticità, è sentita, vissuta e voluta dagli abitanti di Carzano, protagonisti e artisti di un evento costruito accuratamente prima di tutto per sé stessi.
Non ci sono finalità turistiche o economiche, c’è solo moltissimo lavoro, una forte spesa e non sono ammesse sponsorizzazioni, la festa è gestita solo da chi risiede nella frazione, le spese sono sostenute dalle famiglie che si autotassano annualmente”.
Già nel 1912 a Carzano esisteva una “Pia Associazione di Santa Croce”, che raccoglieva la tangente mensile di ogni famiglia carzanese.
Qualcosa di fuori dal comune già per quei tempi dunque, soprattutto se gli autori dell’iniziativa erano dei poveri pescatori. Fino agli anni Trenta, prima che l’elettricità arrivasse all’isola, gli archi di legno erano ricoperti con le canne che crescevano spontaneamente sul lago, e per illuminare le arcate venivano utilizzate le conchiglie di lago, che riempite di olio e completate con gli stoppini, fungevano da lumini.
Secondo gli anziani di Carzano i primi addobbi floreali risalirebbero alla fine del 1800 e si ritiene fossero prevalentemente rose, i fiori più semplici da riprodurre.
“Era già una grande festa anche nei primi del Novecento” - Prosegue Don Francesco Turla - “non c’era ancora la corrente elettrica a Montisola, eppure si parlava di “grandi luminarie” che facevano accorrere i “forestieri””. “Ol festù del deàol” la chiamavano i dirimpettai di Sale Marasino, per sottolineare lo sfarzo ritenuto fuori portata per dei semplici pescatori,  lasciando altresì trasparire un filo d’invidia.
Continua Don Francesco Turla: “Quella festa di colori ti mette euforia, ti senti leggero mentre cammini tra la folla traboccante. Dietro a tanta esplosione di colori vive il lavoro segreto di tutte le famiglie del paese che fanno a gara per produrre gli addobbi migliori e più verosimiglianti. Le dita svelte di donne, ragazzi, uomini confezionano pistilli, piegano petali: nascono così per incanto orchidee, rose, fiori di pesco, fucsie e bouganville. Tutto nel più nascosto riserbo, perchè nessuno deve vedere, sapere, fino al gran giorno. Così si consumano le lunghe sere invernali, da una festa quinquennale all’altra.

Santa Croce oggi

Questa festa ormai richiama visitatori da tutta Italia e anche dall’estero.
Moltissimi la conoscono erroneamente come “Festa dei Fiori di Monte Isola” dimenticando che si tratta principalmente di una celebrazione solenne di carattere religioso che coinvolge solo due delle frazioni isolane.
Ogni edizione registra un record di presenze: il 2010 è stato memorabile: hanno visitato la festa più di 150.000 persone e i fiori di carta realizzati sono stati circa 200.000.
La preparazione dei fiori ha inizio già un anno e mezzo prima della festa e le impavide signore e ragazze carzanesi  possono senza dubbio essere definite delle artigiane: fanno nascere dal nulla fiori di una perfezione stupefacente, dispongono e ordinano con mani indaffarate quantità infinite di cartapesta colorata con la delicatezza riservata alle reliquie dei Santi. Rose, primule, papaveri e girasoli, composizioni di tulipani, calle, gigli, gerbere e viole del pensiero... Passeggiando per le vie dei borghi ed entrando a far visita ai giardini privati si noterà un aneddoto interessante: le riproduzioni floreali ricalcano esclusivamente specie presenti in natura.
Il risultato è così strabiliante che la fotografia tipica della festa rappresenta un’ape che si posa su di un fiore alla ricerca del nettare oppure di un visitatore che stregato dalla magia del luogo si avvicina ai fiori per annusarne il profumo.
Circa un mese e mezzo prima dell’inizio della festa, avviene il posizionamento in piazzetta del “Port Antic” del primo palo denominato “Anténa” a sostegno degli archi detti “bersòt” (nome derivante dal francese “berceau”). Dopo questa cerimonia iniziano i lavori di preparazione per l’addobbo delle vie del paese. E’ ancora tutto realizzato a mano come un tempo: ai lati delle vie sono fissati dei pali di sostegno in legno sormontati da listelli (più di trecento) che formano le campate superiori. A questi si devono aggiungere i “bersòt”, vere e proprie cupole fiorite, costruiti nelle piazze principali. In seguito la struttura ad arcate viene ricoperta di ramaglie di pino raccolte dagli abitanti in Valle Camonica.
Anche i muri che fiancheggiano le strade e le viuzze sono a loro volta ricoperti di ramaglie dette “sées”.
Il passo successivo nella trasformazione di Carzano e Novale è la sistemazione di interminabili file di lucine bianche, e solo all’ultimo minuto le donne carzanesi danno il tocco finale, fissando con estrema cura agli archi, alle sées e ai bersòt le loro opere d’arte floreali, delle quali vanno orgogliose.
Alla fine dell’ultimo giorno di festa, prima che le luci vengano spente per l’ultima volta, succede qualcosa di eccezionale. Scrive Don Francesco Turla: “La domenica sera alla chiusura della funzione religiosa e dopo lo spettacolo pirotecnico, una voce annuncia che gli ospiti possono portare a casa un fiore: sembra rinnovarsi il biblico assalto delle cavallette.
Ma quel fiore di carta sul tavolino di casa tua ha il potere di mantenerti in quell’atmosfera incantata da mille e una notte che hai vissuto in quel paesino di lago che, per qualche giorno, ha assunto l’aspetto della valle dell’Eden. E allora, anche se è inverno, senti nel cuore tutti i profumi dell’estate”.

Il programma della festa

La festa è patrocinata da Regione Lombardia, Comune di Monte Isola, Associazione Pro Festa di Santa Croce Onlus, in collaborazione con Navigazione lago d’Iseo, la Parrocchia di Carzano, il Gruppo Protezione Civile, il Gruppo di Primo Soccorso, i volontari e la popolazione di Carzano e Novale.

Lunedì 14 Settembre:
Ore 10.00 Santa Messa.
Ore 19.00 Santa Messa celebrata dal Vescovo Monsignor Morandini e a seguire processione della Sacra Reliquia con accompagnamento del Corpo Bandistico Santa Cecilia di Monticelli Brusati.
Ore 21.30 Accensione Flambeau sul Lago.

Martedì 15 Settembre:
Ore 10.00 Santa Messa.
Ore 17.00 Santa Messa.
Ore 21.00 Coro Isca Iseo - Canti religiosi e di montagna presso la chiesa parrocchiale.

Mercoledì 16 Settembre:
Ore 10.00 Santa Messa.
Ore 17.00 Santa Messa.
Ore 21.00 Esibizione “I Malghesetti“, a seguire concerto del Gruppo folk bresciano - canzoni popolari e dialettali presso il  parco pubblico.

Giovedì 17 Settembre:
Ore 10.00 Santa Messa.
Ore 17.00 Santa Messa.
Ore 21.00 Ballo liscio con “Orchestra Standard” presso il parco pubblico.

Venerdì 18 Settembre:
Ore 10.00 Santa Messa.
Ore 17.00 Santa Messa.
Ore 21.00 Esibizione “Renò4 Acustica” presso il parco pubblico e a seguire concerto cover italiane e internazionali.

Sabato 19 Settembre:
Ore 15.00 Gara dei Naecc, tipica imbarcazione da pesca del Lago d’Iseo.
Ore 17.00 Santa Messa.
Ore 21.00 Esibizione “Lune Blu” presso il parco pubblico, a seguire danza artistica mediorientale. Nel corso della serata Intrattenimento musicale con DJ Arcangelo.

Domenica 20 Settembre:
Ore 08.20 Santa Messa.
Ore 17.00 Santa Messa celebrata dal Vescovo Monsignor Foresti.
Ore 23.00 grande spettacolo pirotecnico sul lago.

Servizi attivi

Nello spazio dedicato alla festa sono disponibili: un punto ristoro organizzato dalla Croce Rossa, due punti ristoro gestiti da volontari, due ristoranti, un chiosco, bagni pubblici, tre punti informativi, una postazione di pronto soccorso e guardia medica, un servizio vendita di fiori e di composizioni floreali, un servizio di scatto e stampa di foto ricordo, pesca di beneficenza e vendita di gratta e vinci. Quasi tutti i servizi proposti daranno la possbilità ai visitatori di devolvere un contributo per la festa. Tutti potranno partecipare inoltre, al concorso fotografico “Il Nostro Massimo” in memoria di Massimo Turla che ha come tema la festa di Santa Croce (il regolamento e la scheda per partecipare sono disponibili sul sito www.monteisola.eu.
I visitatori potranno fruire gratuitamente di mostre con dipinti e fotografie di artisti italiani ed internazionali. Gli organizzatori e i volontari precisano che è severamente vietato asportare i fiori dalle arcate e dalle composizioni poiché sono di proprietà privata.

Servizio di navigazione dedicato

Il servizio dedicato di collegamento tra Carzano e Sale Marasino e tra Peschiera Maraglio e Sulzano sarà attivo a orario continuato.
Per chi sbarca a Peschiera Maraglio può percorrere la strada pedonale per circa 3 chilomentri verso Carzano oppure scegliere il servizio bus comunale.
Per ulteriori informazioni rivolgersi all'Ufficio Turistico di Peschiera Maraglio 030/9825088; all'Associazione Pro Festa di Santa Croce 3393330859, scrivere a info@monteisola.eu oppure visitare il sito www.monteisola.eu

 

Alla scoperta di Carzano e Novale
i borghi - cornice della festa di Santa Croce

Di Giusi Turla

La frazione di Carzano si trova nella parte nord est dell’isola, a un chilometro in linea d’aria dal paese costiero di Sale Marasino e a poche centinaia di metri dall’isoletta di Loreto che sorge in direzione nord. Lo si raggiunge percorrendo la strada costiera per circa tre chilometri da Peschiera Maraglio oppure da Siviano scendendo la strada in collina per circa un chilometro e mezzo. Il suo nome potrebbe derivare dal romano “Cartius” o “Quartius. Nel 1500 era detto anche “Carzago” e fu anche soprannominato “Carzano delle sardelle” per la pesca abbondante di questi pesci nei mesi di giugno e luglio.
Le abitazioni sono arroccate su una sottile striscia di terra collinare addossata direttamente alla roccia. Ora l’entroterra è coperto da viti e ulivi, ma fino al 1300 esisteva solo una foresta di larici a incorniciare le poche e modeste abitazioni dei pescatori. Lo scarso spazio edificabile ha dato come risultato un pittoresco gruppo di abitazioni strette le une alle altre, specie nel centro storico e sulla stretta strada principale che attraversa il paese, dove si affacciano direttamente cortili, scalinate, giardini e antichi palazzi sul lago.
Nel XIV secolo, il paese era uno dei feudi montisolani dei signori Martinengo, i quali  nel periodo di caccia alle anatre vi si recavano per soggiornare nel loro sontuoso palazzo sul lago provvisto di una piccola torre d’avvistamento.
La prima vera espansione urbana risale all’inizio del 1600 grazie ad un cospicuo numero di famiglie residenti sulla terraferma che si trasferirono sull’isola, come gli Ziliani di Vallecamonica, i Rosa di Iseo e gli Epilotti di Sale Marasino. Sul pendio roccioso sovrastante Carzano sorge il piccolo borgo medievale di Novale, il cui nome ricorda le opere di bonifica probabilmente compiute dai monaci cluniacensi, la cui presenza sull’isola è stata accertata dagli storici. Le antiche abitazioni sono state ricostruite nel 1600 e in termini di architettura non hanno niente a che vedere con quelle dei paesi a lago, anzi presentano le caratteristiche di un paese di montagna, con spesse mura costruite con grosse pietre, vie strettissime lastricate in pietra, balconi in legno grezzo e numerosi volti e androni.
Novale è stata la residenza estiva e di caccia del vescovo di Brescia Marco Morosini (1545-1654), come indicano alcuni stemmi raffiguranti una mitra vescovile ancora impressi sulle colonne di una delle abitazioni. In ricordo di quei tempi i campi circostanti il borgo portano ancora il nome di “còl del vèscov”. Oggi Novale è collegato alla frazione sottostante da due piccole strade e da una lunga scalinata che si snoda  sul pendio roccioso.
Carzano e Novale formavano il loro comune e la loro parrocchia separate dal resto dell’isola, e questa situazione è rimasta tale fino al 1928, anno in cui tutte le frazioni furono unite sotto un unico comune.
É interessante notare come in un atto notarile del 1744 si dichiarasse che le comunità delle due contrade potessero portare al pascolo il bestiame nei beni comuni, e che i restanti abitanti dell’isola avessero libero accesso al porto e al lago nel territorio di Carzano.
Oggi Carzano offre una grande attrattiva turistica per le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche. É provvista di due attracchi per i traghetti di linea e i battelli, diversi esercizi commerciali e una spiaggia pubblica.
A nord del paese si trova la chiesa dedicata a San Giovanni Battista costruita alla fine del 1700 sopra la chiesa preesistente. Le notizie riguardo la vecchia chiesa sono alquanto curiose e ci vengono fornite da San Carlo Borromeo in visita all’isola nel 1580. Egli attestava la presenza di una piccola chiesetta di epoca longobarda, definita antica e in rovina, orientata in modo contrario rispetto alla chiesa attuale, ovvero con il coro verso il lago e l’entrata principale verso il monte. Il portone principale era tanto a ridosso della roccia da renderne impossibile l’apertura, quindi i fedeli erano soliti passare per le porte laterali. 

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