“Non era solo un animale”
“Ma è solo un animale, ora puoi prendertene un altro”, quante volte lo abbiamo sentito ripetere di fronte al lutto del proprio animale domestico e quante volte abbiamo noi stessi affrontato il dolore della perdita o dovuto comunicare una cattiva notizia ai nostri cari e ai nostri figli?
Come personale sanitario nella Clinica Veterinaria Vittoria conosciamo l’importanza delle cure di fine vita e dell'accompagnamento alla morte, non solo per garantire la dignità e il rispetto dell’animale, ma anche per la tutela e la cura della famiglia che si trova ad affrontare il lutto. Per questo motivo, ci siamo affidati alla competenza della dr.ssa Chiara Arsuffi, titolare dello “Studio di Psicologia Castelcovati”, di via Urago d'Oglio 2/a, a Castelcovati, per approfondire questo delicato, ma prezioso argomento.
Chi sperimenta la perdita di un Pet può sentirsi incompreso da chi gli sta attorno e non riuscire a condividere la sofferenza generata dalla perdita proprio per questa sensazione di inadeguatezza della sua emozione. Potremmo quindi definire il lutto per un animale domestico un “lutto non riconosciuto”: non è concesso piangere ed esprimere le emozioni intense associate alla perdita (fenomeno descritto col termine di “disenfranchised grief“). La scomparsa di un animale domestico è resa ancora più dolorosa dall’assenza di comprensione, vicinanza e sostegno di fronte alla separazione. La morte del proprio pet è una perdita a tutti gli effetti. Gli animali domestici sono sempre più parte integrante della nostra famiglia; l’accoglienza entusiasta del nostro cane o le fusa del nostro gatto non sono vantaggi emotivi momentanei, ma hanno un vero e proprio impatto sul nostro benessere quotidiano. Diversi studi dimostrano come l’interazione con un animale domestico aiuti a ridurre la pressione sanguigna, rallentare la frequenza cardiaca e modulare determinati ormoni, quali cortisolo e dopamina. Gli animali domestici offrono amore incondizionato. Forse è per questo che le interazioni uomo-animale, apparentemente, stimolano la produzione di ossitocina, conosciuta anche come “ormone dell’amore”. L’ossitocina migliora il legame sociale e l’intimità relazionale, aiutando ad alleviare ansia e stress. Si crea un forte legame emotivo con i nostri animali domestici che possono ricoprire diversi ruoli nella nostra vita: quello del migliore amico, del confidente, del figlio o addirittura, in alcuni casi, possono essere l’unica relazione positiva che qualcuno ha nella propria vita. Gli animali domestici occupano ruoli umani tradizionalmente riconosciuti, poiché evocano modelli emotivo-comportamentali altrettanto noti e osservati all’interno delle relazioni di attaccamento umano. Essi hanno il potenziale, grazie alle loro qualità umane, per fornire un legame di attaccamento emotivo che promuove un senso di sicurezza e benessere (figura di attaccamento). Un amico a quattro zampe ci porta ad avvertire un senso di responsabilità nei suoi confronti, ci apre alla condivisione di molteplici attività e va a costituire una connessione emotiva ed affettiva molto forte (Field et al., 2009). A fronte di questo legame la perdita di un animale domestico può essere molto difficile da affrontare. Cani, gatti, conigli, porcellini d’India, uccelli, rettili, etc, hanno un posto speciale nel cuore dei bambini. Sfortunatamente, per ogni bambino che ha un animale domestico, arriverà il momento di dirgli addio, affrontando le emozioni e i sentimenti di dolore che accompagnano la morte del proprio amico. Questa è spesso la prima volta che ci si trova di fronte alla morte. Il dolore per la perdita di un animale domestico può essere accompagnato da sentimenti di rabbia, disperazione, tristezza, vuoto, desiderio e, nel caso dei bambini più piccoli, confusione e mancanza di comprensione. Come genitore, è bene non sottovalutare l’impatto che la perdita di un animale domestico può avere in tenera età.
La comprensione stessa della morte si evolve nelle diverse fasce d’età. I bambini molto piccoli e in età prescolare non comprendono il concetto di permanenza della morte e possono quindi pensare che il loro animale domestico tornerà, rivolgendo ripetutamente le stesse domande su dove esso si trovi. I neonati e i bambini piccoli sono molto sensibili alle emozioni degli altri intorno a loro e spesso vivono il lutto cogliendo la sofferenza di chi gli sta attorno. Possono diventare angosciati e turbati quando un genitore, un tutore o un fratello lo è. In età scolare i bambini iniziano ad avere la sensazione che la morte sia permanente. Quando un animale domestico muore, questo può farli sentire ansiosi. Possono pensare che loro stessi o altri intorno a loro possano morire. I bambini di questa età possono avere “pensieri magici” e possono credere che i loro pensieri abbiano in qualche modo portato a qualcosa di brutto accaduto a chi amano. A questa età è meglio quindi utilizzare un linguaggio concreto per spiegare l’accaduto piuttosto che frasi come “è volato via”. In adolescenza il lutto può essere molto doloroso e i ragazzi possono sentirsi imbarazzati a mostrarsi fragili e piangere. In questa fase del ciclo di vita la presenza di un animale domestico può essere molto rassicurante quando i rapporti con i coetanei cambiano e sembra tutto “diverso”. Generalmente parlare con i bambini in modo chiaro e onesto della morte del proprio animale domestico è molto importante. In questo modo, è più probabile che il bambino senta di potersi fidare del proprio genitore e quindi raccontargli anche ciò che prova. È fondamentale parlare ai bambini in modo premuroso e compassionevole facendogli sapere che va bene sentirsi tristi, arrabbiati o confusi per la morte del proprio pet. Minimizzare ciò che il bambino sta provando o mostrarsi impassibili non è assolutamente una buona soluzione. Può essere molto confortante per i bambini avere un modo per ricordare l’animale che hanno perso. Potrebbe essere una foto, un disegno, una cerimonia a casa per salutarlo o la creazione di una scatola dei ricordi. I rituali hanno un ruolo estremamente importante nel processo di elaborazione del lutto e crearne uno ad hoc per la perdita del proprio amico a quattro zampe può essere molto utile per mettere il bambino nelle condizioni di parlarne e condividere con i genitori lo stato emotivo faticoso del momento. Tutte queste attività possono aiutare a riconoscere il ruolo importante che l’animale ha avuto nella propria vita e tenerne caro il ricordo.
In conclusione, che riguardi i grandi o i piccoli, affrontare il lutto del proprio pet, è sempre doloroso e personale. Essere consapevoli delle proprie emozioni e sentirsi liberi di esprimerle, essere affiancati da un’équipe veterinaria preparata ed empatica e saper chiedere un supporto emotivo e un aiuto a personale competente sono piccole cose che possono fare la differenza nella gestione di questo momento delicato e faticoso.
ARTICOLO A CURA DI:
CLINICA VITTORIA
CASTELCOVATI (BS)
Via Fontanone, 36
Tel: 030 708 0563
Orari: da lunedì a venerdì
08:30 - 13, 15 - 19, sabato
9 - 12, 14 - 17.
Domenica chiuso.
STUDIO DI PSICOLOGIA
CASTELCOVATI (BS)
Via Urago d’Oglio 2A
Dott.ssa Chiara Arsuffi
Tel: 331 565 6149














