L'arte robotica di Sap per Bmw

Ritratto di Redazione

Era l'ottobre 2014 e con questo video vogliamo ricordare cosa significhi essere imprenditori nel Bresciano...

Si perde tra le nebbie e gli arativi della profonda Bassa Bresciana il Patto del Nazareno dell'economia di casa nostra. Lui ingegnere, l'altro figlio di agricoltori; lui tedesco, l'altro italiano; lui residente in Franciacorta (Adro), l'altro a Isorella; lui abile retore in grado di tessere fili e rapporti con la sua Monaco e la Bmw, l'altro umile ma coraggioso manifattore, disposto a cambiare tutto e a mettersi in gioco persino con la sua casa per credere alla scommessa.
Questa incredibile storia, anti-depressivo perfetto a chi si è ormai arreso alla crisi, la ricostruiamo proprio a Isorella, dove la nostra redazione incontra l'uno e l'altro. Da un lato Joachim Zapf, amministratore unico della Zimco srl con sede ad Adro, e Alessandro Merigo, titolare Sap, società unipersonale di cui Alessandro, 41 anni, trenta di meno dell'ingegnere, ha preso il controllo.
«Ci incontriamo nel 2012 – spiega l'ingegnere -. E' stata una fortuna reciproca: io avevo le idee chiare e i contatti giusti, ma mi servivano talento e uno spirito di intrapresa pressoché folle». Zimco, nata nel 1979, ha alle spalle il successo della produzione di radica per interni auto di tutto il mondo, la produzione di pomelli per leve di cambio e ha ancora in corso la produzione di pedalerie per Bmw oltre che di altri prodotti del cosiddetto «after-market».
I contatti con Monaco restano fitti e a un tratto si prospetta la possibilità per l'ingegnere di progettare la «firma» (una placchetta d'acciaio) dei tappetini delle serie top di modelli come X5 X4 M4 e X3.
«Nel frattempo – spiega Merigo che ha un'officina di lucidature e si definisce il classico 'lüstrù' – ho dovuto fare scelte difficili: liquido mio fratello e il socio che non se la sentono di giocare il tutto per tutto ma così anche la mia liquidità si riduce drammaticamente. Con l'ingegnere presento un primo pezzo prodotto a mano di quella placchetta».
Per quel pezzo di acciaio lungo 51 millimetri e largo 18 Bmw dà un primo ok ma chiede ovviamente la prova in serie, con la linea robotizzata. «E' qui che ho raccolto la sfida – dice Merigo – mettendo di mezzo persino la casa perché era il periodo della crisi in cui le banche hanno stretto maggiormente. Non ne ha colpa la Bmw se non ho una linea ad hoc robotizzata. Così ho deciso di comprarmi i due primi robot senza avere la garanzia di passare il secondo test». Alla fine l'investimento è di 600 mila euro per Merigo e di altri 450 dell'ingegnere che pure acquista due robot e investe sulla logistica.
Un'intrapresa che è stata premiata perché il secondo test è andato bene al punto che la Bmw ha firmato un contratto per 3,5 milioni di pezzi per cinque anni. Numeri che hanno già fatto schizzare il fatturato delle due società: la Zimco da 650 mila euro nel 2013 taglierà il 2014 con un milione e mezzo di euro, e analogo sarà il balzo della Sap che lo scorso anno chiudeva attorno ai 900 mila euro e che incrementerà di almeno 600 mila euro il suo fatturato. Nel 2015 è infine atteso il balzo a 2 milioni di euro per entrambe le società.
Finora sono stati prodotti oltre 500 mila pezzi. Per avere un'idea del valore di produzione, basterebbe dire che un minuto di stop di un solo robot equivale a 6200 euro di prodotto mancato.
Anche per questo Merigo ha deciso di investire sull'occupazione, portando da 6 a 15 i dipendenti dell'azienda, il tutto con un'occhio all'ambiente, visto che la nuova sala robotizzata ha un sistema integrato di aspirazione delle polveri, come pure una serie di abbattitori per ogni scoria di lavorazione e un tetto interamente in fotovoltaico.

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