Il candidato Bonetti di Rudiano sbotta e si vede già sindaco

"Vinceremo lo stesso nonostante certa stampa"
Ritratto di Redazione

Questa storia è simpaticissima... anche se qualche professionista potrebbe annoverarla come caso di paranoia, magari non patologica, ma sicuramente come uno di quei casi in cui l'ambiente (per dirla con il Verismo italiano) o la tua formazione sociale ti fa pensare che chi scrive ti stia "rovinando" e lo stia facendo con un preciso "progetto" e precise "fonti".
Veniamo al dunque. Apprendo della candidatura di Bonetti dal Giornale di Brescia che anticipa Bresciaoggi di un paio di giorni. Chiamo il candidato sindaco Bonetti e gli chiedo di fare due parole con me e inviarmi una sua foto.
Mi richiama dopo 24 ore quando ormai lo do per disperso (ma scopro poi che è impegnatissimo con numerosi incarichi – l'ideale per un sindaco) e gli dico «ho visto sul Giornale di Brescia che si è già candidato senza far sapere nulla a noi, per cui se vuole aggiungere qualcosa rispetto al pezzo del Gdb e una foto...».
Esce un primo pezzo il 20 marzo in cui lo presento riprendendo concetti già esposti sull'altra testata.
Nessuna reazione. Poi la cosa viene ripresa dal Giornale di Chiari da me diretto e anche lì «per fortuna» nessuna reazione. Ma del resto che reazione avrei dovuto aspettarmi? Un grazie non ci sta proprio: il giornalista non merita grazie per raccontare le candidature in corso in un paese e ci mancherebbe! Guai a chi ti chiede grazie per un lavoro dovuto come è giustamente dovuto raccontare chi si candida in un paese.
Il fango tuttavia invece evidentemente Magli se lo merita.
Accade con una stranissima lettera all'indomani della pubblicazione del pezzo dedicato alla serata con cui la scorsa settimana il candidato era tornato a ripresentarsi (già ri-presentarsi, perché la stampa che mi ha preceduto aveva già avuto una presentazione per così dire "ruffiana", visto che o ti presenti pubblicamente una volta oppure non ti presenti diverse volte, prima al Giornale di Brescia, poi a Chiari Week (di cui Bonetti, commercialista e sindaco ogniddove dovrebbe conoscere «decoro contabile» e vicissitudini), infine su «supplica» sul quotidiano per cui scrivo.
La sua presentazione tuttavia era già avvenuta e in redazione mi si fa giustamente notare che se dovessero presentare due volte tutti i candidati della provincia non bastano le pagine per mettere tutti. Io insisto perché ritengo che una serata pubblica con alcuni partecipanti meriti almeno un passaggio stampa. Esce così il pezzo che sintetizza quanto già scritto e aggiunge cose che ho sentito quella sera dopo un'introduzione a dir poco articolata su cosa faccia e non faccia Bonetti di lavoro.
Il pezzo esce ma c'è un antefatto: avevo chiesto a Bonetti di farmi avere il suo programma che mi sarebbe tornato utile se non per quel pezzo per altre occasioni.
Vado alla serata, fotografo i presenti, ascolto alcuni minuti di Bonetti e vado a seguire altri interventi che coincidevano con quella serata.
In effetti il mio pezzo viene asciugato di molto come prevedibile dal caposervizi del mio quotidiano perché gli spazi, specie per chi è stato già presentato una volta, devono rispettare quelli di chi ancora non ha avuto presentazioni. Peccato che di primo mattino mi aspettavo il programma di Bonetti, come chiesto due o tre giorni prima. Macchè, non arriva nulla. Al pomeriggio devo quindi rinviare la richiesta e richiamare il candidato (ma mi risponde un dipendente) per conoscere lo stato di famiglia da descrivere sul quotidiano. 
Ora, mi si può dire che il pezzo sia scarno, che sia troppo sacrificato (fermo restando che è già il terzo su Bonetti se consideriamo quello uscito sul Giornale di Chiari) ma non si può pensare di scrivere una lettera come quella che segue...
Gronda di arroganza e di presunzioni collaborative con un giornalista che un politico che fa il sindaco in società non può pretendere in alcun modo di avere... Quanto alla chiusa «vinceremo lo stesso», è una chiusa che si sentiva dire settant'anni fa da qualcun altro.

Inutile dire che non è così che si dialoga con le persone e che se anche ci fosse stato qualcosa da aggiungere o da precisare sarebbe bastata una telefonata cordiale, perché mai mi sarei aspettato una lettera con contenuti a dir poco infamanti a partire da «fonti» virgolettate come se andassi a raccogliere da qualche detrattore certe cose. Spassoso poi il richiamo ai 180 presenti...
Con quale giornalista ci si interfaccia in questo modo se non con uno che reputi un imbecille?
Forza Bonetti imbocca al lupo, se diventerà Sindaco sappiamo bene il tipo di pretese che avrà nei confronti dei giornalisti... E che tipo di condotta avrà nei confronti della sua comunità quando qualcuno dovesse criticarne certe scelte o non capirne il senso?

L'encomio che potrei ricevere ora, il migliore, è una bella querela che ovviamene non si sa per cosa arrivi, ma in Italia "ti denuncio" o "ti querelo" è quasi sempre un "te la voglio far pagare" o "ti voglio rovinare". Ci ha provato persino un avvocato di Rovato per un mio pezzo sulla chiesa corrotta nei costumi e ho dovuto passare le forche caudine di tre ordini di giudizio (ordine Lombardia giornalisti, ordine Roma giornalisti e Procura) che hanno sbattuto in faccia a quell'avvocato le castronerie che disse il porporato vaticano in merito ai gay in un viaggio in Sud America... Il vanto? Avere ottenuto persino più informazioni dai miei giudici e persino più infamanti rispetto alla Chiesa, oltre alla piena assoluzione.
Giusto per ricordare che cosa passano a volte i giornalisti onesti e con i coglioni... Modestia a parte dei coglioni ne faccio volentieri a meno, li lascio per un compito più nobile, ma dell'onestà me ne faccio zainetto. 
Chi mi conosce, chi ha seguito le centinaia di post in Facebook e le migliaia di articoli su quotidiano e sulle cinque tesatate del gruppo Libri&Giornali sa che odio solo una cosa: la tifoseria, l'arrembaggio, la sicumera e l'arroganza... Adoro l'umiltà e la voglia di sentirsi candidato come di un dono ancora prima che portatore di un impegno: il dono di rappresentare tutti, persino i non residenti come me che a Rudiano ho decine di amici, ho militato nella squadra locale per diversi anni, ho contribuito a far emergere l'impegno del volontariato con il poco che potevo fare: scrivere. Auguro a Bonetti di cambiare registro. Vincerà se i cittadini lo riterranno a urne spogliate non prima. E soprattutto di sognare di essere sindaco di tutti, anche dei "forestér" come me che a Rudiano spendono nei ristornati, nei bar, partecipano alle manifestazioni e portano i propri figli in biblioteca...
E non di trattare i giornalisti come addetti stampa, fermo restando che nemmeno a un addetto stampa ci si deve rivolgere così.

Di seguito la lettera di Bonetti che ho ricevuto stamattina e in allegato l'originale della mail e i due articoli usciti.

 

Egr. Dott. Magli,
 
la ringrazio per lo spazio che mi ha voluto riservare sul giornale, tuttavia non posso che censurare la sintesi della mia esposizione illustrata nel corso della Assemblea pubblica di giovedì scorso, riportata nell'articolo a Sua firma apparso la scorsa settimana sul quotidiano.
  
Preso atto della Sua fugace comparsa all'assemblea, dalla chiosa faziosa del pezzo deduco che non ha neppure letto la relazione che Le ho inoltrato, ma si sia affidato esclusivamente alle sue “fonti”.
 
All'assemblea hanno preso parte almeno 180 persone e nessuna di esse ha udito le parole che Lei mi ha attribuito.
Se questa e' l'impostazione‎ della futura collaborazione, i ns. contatti finiscono qui, ancor prima di iniziare.
 
Le elezioni amministrative le vinceremo ugualmente, ce lo chiede la cittadinanza di Rudiano. 
 
Cordialmente. 
Alfredo Bonetti
 
STUDIO BONETTI
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