Chiariphonia, il surreale e un epilogo ancora da conoscere

L'unica cosa certa è l'assurdità di una scusa
Ritratto di Redazione

Il gioco a «chi ha colpa di che» è ormai in pieno corso, ma a Chiari, colpevoli o meno che siano da individuare, il primo problema è lenire le ferite legate al fallimento del progetto «Chiariphonia» in programma tra fine giugno e i primi di luglio. Certo se fossi l'amico di un giovanotto maturo che affronta un progetto e mi dice di abbandonarlo per un generico motivo "tenico-logistico" lo tirerei su per le orecchie se il progetto fosse tanto importante e sospeso una settimana prima rispetto a eventi presentati quattro mesi fa e in un tempio della storia clarense. Se poi dovessi guardare al modo con cui il mio amico rimborsa i creditori che non godranno dei biglietti direi che il mio amico ha perso la bussola: tempi alternati, scaglioni di rimborso anche ad agosto con tanto di ultimatum, messaggi incomprensibili relativi al rimborso totale... La Giunta ha dato fiducia a questa associazione e non gliene si può fare una colpa oggettiva: lo ha fatto, sia detto fuori dalle beghe politiche, con la speranza che tutto andasse per il meglio e, a mio avviso, anche senza entusiasmi sprecati, poiché una certa prudenza la si è avvertita. Per esempio la prudenza di chi, lo si leggeva nelle parole degli amministratori, prendeva con le pinze i numeri snocciolati da Facchinetti per i vari concerti... Ma, si sa, un conto è un concerto con poco pubblico (e ce ne sono stati ovunque) un conto è immaginare che di quel concerto non si veda nemmeno il palco.
Andò decisamente peggio con la Giunta Facchetti a una serata disco in Villa per l'ultimo dell'anno... con disastri vergognosi nei bagni, alle cornici della Villa ecc... con la "scusa" di una devoluzione imprecisata all'associazione Telefono Azzurro Rosa... Era il 2000. Allora fu oggettivamente grave e qualche colpa secondo noi l'ebbe anche la Giunta. Oggi la colpa della Giunta sarebbe invece non modificare i regolamenti e non incalzare l'associazione sui motivi di tale forfait. Per il resto credo ci sia poco da incolpare, trattandosi di un assoluto precedente. 
Ma sia chiaro: il regolamento deve prevedere un rimborso preciso per queste vicende, perché dare gratuitamente la villa significa donarla al doppio del costo, perché un'associazione si deve sentire doppiamente obbligata quando qualcuno ti regala una residenza storica che per un'impresa o un privato costa dai 700 euro ai 2000 euro al giorno. 
Se vogliamo dire che il problema è trovare di chi sia la colpa siamo fuori strada... Se vogliamo invece negare la gravità di ciò che è successo, forse sarebbe il caso di mettere un "daspo" a vita a questa associazione per eventi tanto importanti, a meno che tra pochi giorni non ci rivelerà davvero le cause straordinarie di un simile forfait e di tanta mistificazione sulle scuse.
E' sul rimborso dei biglietti che si sono concentrate le prime attenzioni degli acquirenti che avevano scelto di assistere agli spettacoli dal 29 giugno al 7 luglio. Biglietti che andavano dai 30 ai 70 euro e  che ora non si sa bene come e quando verranno rimborsati.
Ieri l'associazione Orchestra Filarmonica della Franciacorta ha pubblicato una serie di date rigorose entro e non oltre le quali presentare le richieste di rimborso. Il meccanismo è piuttosto farraginoso, tanto che per il concerto di «Accompagnando Mina» i rimborsi andranno presentati alla sede dall'8 al 18 luglio, mentre per gli altri concerti è richiesto un termine categorico dal 3 al 12 agosto, non esattamente in linea con le possibilità di tutti gli spettatori.
Vi è poi una formula che l'associazione ha pubblicato sul proprio sito e che non lascia tranquilli: «Le richieste di rimborso totali, verranno analizzate, solo dopo la scadenza del termine previsto. Prima di tale data i riaccrediti non verranno effettuati. Se la richiesta di rimborso sarà compilata correttamente, riceverà il rimborso dalle quattro alle sei settimane dopo la scadenza dei termini indicati».
Se parlare di colpevoli è affare della politica, che in questo momento vede l'opposizione scontrarsi con la maggioranza sull'opportunità di assegnare all'associazione l'evento, è piuttosto oggettivo invece il «danno» di simile forfait: l'associazione aveva infatti beneficiato di un omaggio del Comune pari a poco meno di un mese di Villa Mazzotti, oggi assegnata ai privati da regolamento comunale a un prezzo che va da 2000 euro al giorno per la globalità della struttura ai 700 nel caso degli affitti meno invasivi. Dunque uno straordinario dono finito alle ortiche che ha peraltro impedito l'utilizzo della villa ad altri eventualmente interessati.

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