La nostra Chiari e la qualità della vita

Un caso controverso che vede la nostra città primissima in certi studi e nelle retrovie per altri
Ritratto di Redazione

Abbiamo recuperato la classifica pubblicata da Panorama nel 2009 dopo gli studi sulla qualità della vita nei centri urbani italiani: Chiari al nono posto su oltre 8 mila Comuni.
Doveroso pubblicare il documento dopo il servizio di alcuni giorni fa in cui riportavamo il raffronto tra la ricerca del Centro Sintesi di Venezia (pubblicata da Panorama) con quella del Giornale di Brescia (Chiari 18° a livello provinciale su 33 cittadine oltre i 10 mila abitanti).
Non ci sono premesse di certezza scientifica, poiché, per quanto condotti da studi con studiosi qualificati, queste indagini confermano la loro approssimazione già per loro natura ed è pertanto inevitabile e ammissibile che chiunque di noi si senta signore e riverito nel paese e nella città che preferisce.
Certo ha destato un certo scalpore la collocazione di Chiari nell’ultimo studio condotto dal Giornale di Brescia, non fosse perché, a parita di Comuni considerati, enti come Salò hanno mantenuto la loro posizione di preminenza mentre Chiari ha finito per essere di fatto non declassata ma addirittura sbalzata nelle retrovie come un Paese dove la qualità della vità è mediocre o poco meno. A poco valgono le precisazioni del direttore Scanzi riguardo al fatto che tra ogni comune vi fossero differenze trascurabili, poiché se davvero trascurabili fossero state non sarebbe stato nemmeno il caso di pubblicare uno studio con discosamenti insignificanti e ancor più di metterlo in rete e sulle pagine del giornale con numeri ordinali, che mettevano in fila uno dietro l’altro ogni ente, dal migliore Comune al peggiore. Resta in ogni caso doverosa la pubblicazione di questa classifica che non deve suonare né troppo lusinghiera né troppo esaltante.
Deve solo far riflettere.
Del resto fa riflettere che uno degli aspetti su cui in molti anno sparato (il sociale) è per il Giornale di Brescia il punto di eccellenza di Chiari.
Tirare in ballo Brebemi (che è calata dall’alto anni fa e che credo sia stata sfruttata quanto meno finanziariamente in modo eccellente dal nostro Comune), come pure le aziende che chiudono per una crisi globale, non ha molto senso.
Si sarebbe potuto fare sicuramente di più su tanti fronti, ma io preferisco ancora una volta fare i conti con vent’anni di giornalismo e tenermi buone eccellenze come: zero semafori e nuove rotonde su ogni incrocio, un Urp che tanti criticano e che sarà un peccato mortale cancellare riportandolo in Comune, un ufficio stampa straordinario, un servizio di bus navetta avveniristico compreso il vecchio night bus ideato da Navoni e poi soppresso credo per mancanza di fondi, un sistema industriale portante come quello delle Trafilerie Gnutti che cresce e investe milionate quantomeno per tentare di arginare l’inquinamento, un Consiglio comunale in grado di bocciare persino il progetto del golf (non è una battuta per quanto fossi a favore di un progetto golf, magari con meno casette, ma è il simbolo indiscutibile di quanto sia democratico e permeabile il nostro organo consiliare), un sindaco che è stato anche Senatore e ha dirottato a Chiari milioni di euro che vedremo chi e quando sarà in grado di far arrivare, un corpo di associazioni mastodontico per quanto perennemente in difficoltà, segno di un radicamento sociale favoloso della nostra cultura associazionistica, un centro sportivo straordinario per quanto pur sempre migliorabile, una capacità di produrre gemellaggi in continuazione in ossequio all’idea di Europa che pure la Lega non sempre ha digerito volentieri eppure l’ha messa in atto a suo modo e con costanza, il Palio delle Quadre (che chi lo ammazza quello!), un museo d’eccellenza come la Fondazione Morcelli-Repossi e il Museo della Città ancora ai primi vagiti e fondazioni che finalmente hanno preso a muoversi, a investire e a proporre cose fino a pochi anni fa inimmaginabili.
Vorrei aggiungere anche il master di musica lirica se non fosse che poi qualcuno viene a dirci ancora che ha chiuso per colpa del sindaco non fosse che da anni di famiglie che accoglievano gli americani non ce n’eran più e allora si fa presto a dire che è colpa del Comune quando un evento figlio dell’ospitalità spontanea dei clarensi collassa in primis per la mancanza di tale ospitalità.
Voglio tornare alla promozione della spesa sociale: o la si riconosce, e allora prende quel poco di buono che il Giornale di Brescia ha visto in questa città, o allora si sta con tutto il resto e quindi questa città merita di essere al nono posto per tanti altri motivi nella graduatori dello studio Sintesi. Se si accetta la spesa sociale si accetta anche che questi soldi sono arrivati da misure che qualcuno ha definito scandolose e che io stesso ho seguito dapprima con la massima prudenza per poi capirne il senso e l’opportunità. Mi riferisco alla chiusura del campo nomadi ad esempio. Oggi vorrei vedere chi accetta, con le famiglie che muoiono di fame, di vedersi un Comune a sostenere utenze e servizi per un campo nomadi. Un campo che per di più era oggetto di situazioni anzitutto inumane per i bambini che vi abitavano (chi ricorda la denuncia effettuata dalla Polizia di Stato?). Un campo (ne è testimone il sindaco Mino Facchetti) in cui vivevano i nomadi pizzicati a rubare nei bar del paese, oppure a non rispettare il regolamento imposto, ma quest’ultimo molti lo considerano ancora una trovata tutta leghista di Mazzatorta.
Allora atteniamoci ai furti degli ospiti del campo. Eppure rimasero lì ancora anni. E io voglio bene a tutti e trenta quegli ospiti, specie ai bambini che non hanno colpa di esservi nati, ma non avrei voluto bene a queste creature facendole restare: bensì dando loro la possibilità di vivere in un appartamento (come è avvenuto per quasi tutti dopo lo sgombero) e non certamente pensando di aiutarli consentendo di continuare a vivere alle spalle di una città che ne subisce i furti e ne sostiene la quotidianità oltre che la disumanità in cui vivevano tanti bambini. E che dire del campo nomadi di via Pontoglio: chi ricorda che tre di quel campo abusivo finirono in carcere e fu scoperto un tesoretto da far impallidire un provetto evasore? 27 marzo 2010, Bresciaoggi: “I carabinieri hanno recuperato refurtiva (gioielli, cellulari e pc) per un valore di 100 mila euro. In manette sono finiti Franco Levak, 26 anni, Zlato Braidich, di 25 e il cinquantenne Vlata Djuric, (tutti domiciliati a Chiari) e Monica Lafleur, di 34 anni ritenuta la presunta basista della banda”). Poi si potranno discutere i toni di quello sgombero, ma cari miei italioti, come non ricordare ogni giorno i guanti di velluto e il riserbo con cui le banche vi stanno cacciando da casa appena smettete di pagare il mutuo? Quanti italiani sono diventati nomadi loro malgrado? Se poi si vuole sostenere il nomadismo, specie in Italia, bene, ben venga l’Europa che è in vena di moratorie ma non fa una mazza o quasi per i confini del Mediterraneo e paghi essa e manutenga essa campi nomadi e affronti la costante emergenza immigrazione. Troppo facile invece trovarci costantemente bloccati ai confini profughi e immigrati clandestini che vogliono raggiungere il resto dell’Europa e che vengono immobilizzati dai nostri fratelli europei (Francia in primis). Ovviamente per qualcuno questa è l’ennesima marchetta, me ne vanto perché invece, in cuor mio, è la fotografia di una Chiari che potrebbe mancarci presto e irrimediabilmente. Spero proprio di no al di là di chi vincerà a maggio. Resta il fatto che della spesa sociale restano i conti e non si discutono, mentre oggi al posto della questione nomadi (di cui si gridava allo scandalo e di cui l’opposizione non parla più - potrebbe proporre un nuovo campo nomadi nel proprio programma elettorale se fosse coerente) si sostituisce con lo stesso fervore la questione etica del Morcelliano “spietato” per il campo da golf...
Un conto sono gli animatori da salvare (che tuttavia saranno sempre meno salvabili senza reali flussi di cassa e progetti di impresa), altro è bocciare il tutto, senza un solo emendamento: perché il golf è da ricchi (?), perché il golf è borghese (?). Allora chiudiamo presto anche i campi da tennis, quelli da rugby, ma soprattutto i campi da calcio, dove da decenni, sulle tribune, si consumano le più assurde nefandezze persino tra i genitori di incolpevoli bimbetti alle prese con una palla.

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