Sicurezza stazioni: Zotti manda un "diretto" a Brescia

La richiesta a Castelletti e la replica delle minoranze cittadine
Ritratto di Massimiliano Magli

Avviare un'alleanza per la sicurezza ferroviaria. E' questo il progetto che il sindaco di Chiari Gabriele Zotti ha rivolto in primis al sindaco di Brescia Laura Castelletti. 
Il primo cittadino clarense, divenuto sindaco l'estate scorsa, ha inviato un invito scritto a Castelletti che pure ha riscontrato problemi seri di sicurezza nella propria stazione ferroviaria proprio nei giorni scorsi. 
Zotti si è messo alla tastiera e ha attaccato così la lettera al sindaco della Leonessa: «Egregio Sindaco Castelletti, le scrivo per esprimere la nostra profonda preoccupazione riguardo alla crescente necessità di rafforzare la sicurezza pubblica nel nostro territorio e, più in generale, lungo l’asse ferroviaria Milano Venezia. Come Lei saprà, anche il nostro comune sta affrontando sfide significative in questo ambito, in particolare serve un netto cambio di passo nella lotta a spaccio, delinquenza e degrado grazie all’attenzione dei sindaci. Siamo entrambi consapevoli che queste tematiche sono complesse e richiedono un approccio coordinato e sinergico tra le diverse amministrazioni locali. La domanda a questo punto è lecita: il problema sicurezza c’è o non c’è anche a Brescia? Non lo chiedo solo a Lei Sindaco, ma a tutte le forze politiche che la sostengono e che hanno sempre parlato di ‘percezione’ e di ‘falso allarme’, spesso voltando la testa dall’altra parte. Perché, sia chiaro, ammettere l’esistenza di un problema, è il primo passo per risolverlo». 
Zotti propone quindi «un protocollo sulla sicurezza tra sindaci che hanno stazioni ferroviarie connesse a Brescia. Chiari è pronta a sedersi con Brescia, ma Chiari non è intenzionata a subire le mancanze di Brescia. In questo contesto, riteniamo che una collaborazione più stretta tra i nostri Comuni possa portare a risultati concreti e duraturi. In particolare, proponiamo di avviare un tavolo di confronto permanente tra i nostri amministratori e le forze dell'ordine competenti». 
L'obbiettivo dichiarato dal sindaco di Chiari è quello di «condividere informazioni e buone pratiche, scambiarsi dati ed esperienze sulle misure di sicurezza già adottate nei nostri rispettivi territori, al fine di individuare le soluzioni più efficaci, ma anche definire un protocollo di sicurezza condiviso: un daspo urbano sollevato a Brescia, deve valere per tutti i comuni bresciani».
Zotti fa riferimento anche dalla politica di sinistra della Giunta cittadina, stigmatizzando le accuse di neofascismo al Governo da parte del consigliere di maggioranza Valentina Gastaldi (Brescia Attiva): «Concludo sperando che Castelletti vinca le resistenze interne alla sua maggioranza e non scelga di percorrere scorciatoie tipiche delle grandi città, ovvero quelle di spingere verso i comuni periferici i problemi che per anni non hanno voluto curare. Se si dissocia dalla sua consigliera che dà dei neofascisti al Governo e accetta la sfida di un patto di sicurezza noi ci siamo».
Nei giorni scorsi il sindaco Castelletti, che per ora non interviene, alla luce di aggressioni alle forze dell'ordine nella stazione del capoluogo e di altre vicende tutt'altro che edificanti allo scalo ferroviario aveva chiesto più attenzione da parte del Governo: «Abbiamo carenze gravi, mancano più di una trentina tra dirigenti, commissari e agenti alla Polizia di Stato e anche la Prefettura è ampiamente sotto organico. Servono più uomini e donne, più mezzi e più risorse». 
Il capogruppo del Pd a Brescia Roberto Omodei e quello di Chiari Maurizio Libretti sono intervenuti con una nota congiunta: «Anche il sindaco di Chiari certifica l’assenza del Governo dai binari e conclama l’incapacità del Ministero degli interni di Matteo Piantedosi e quello delle infrastrutture Matteo Salvini. Siamo certi che la sindaca Castelletti si farà carico di rappresentare al prossimo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza anche la condivisibile preoccupazione del sindaco Zotti, nonostante le forme eccentriche del suo comunicato che sembra più dettato dall’esigenza di partito di buttarsi nella polemica politica cittadina, che non per rappresentare le reali esigenze della comunità clarense».  
 

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