Un nuovo “Rinascimento”?

Difficoltà e prospettive
Ritratto di mavi

Il nuovo movimento politico creato da Sgarbi che si rifà al Rinascimento, assumendo come parametro la bellezza, è certo encomiabile, dando per scontato che il valore dell'arte e la valorizzazione del territorio  dovrebbero far parte del programma elettorale di ogni forza politica affinchè poi  venga applicato.
Ma purtroppo non sempre è così perchè, dopo gli annunci programmatici, non sempre si verifica nei fatti  quanto promesso.
Gli esempi di discutibili interventi edilizi ed urbanistici nelle varie città dimostrano che, il sistema elettorale prima e quello amministrativo poi, impediscono un vero rinascimento socio-culturale e politico capace di esprimere, oltre ai programmi, anche personale in grado di realizzarli.
Molte liste elettorali vengono composte con prevalente attenzione a candidati portatori di voti e di preferenze, ma che poi non sempre soddisfano la gestione di una città.
Se dalla "polis" greca deriva la politica, è importante che i cittadini  abbiano politici ed amministratori che  rendano sempre più belle le loro città, mentre spesso scelte discutibili non valorizzano le bellezze esistenti e la realizzazione di nuove e belle opere pubbliche, armonizzate con l'ambiente. Realizzare il cambiamento dovrebbe essere compito delle nuove generazioni, ma con maggiore umiltà, senza quella presunzione ed arroganza visibili in alcuni esponenti di partiti nei programmi televisivi: in passato, pur negli accesi dibattiti, si percepiva maggior rispetto dell'altro con più attenzione all'esperienza ed alla competenza, in tutti i settori.
Evidentemente occorre un rinascimento sopratutto delle coscienze, mentre per i toni è forse solo questione di stile e di carattere. Certamente ciò vale per lo stesso Sgarbi, condivisibile per la cultura e per molti suoi pareri su brutte nuove realizzazioni architettoniche, ma non per la foga ed il linguaggio “volgare” di alcuni suoi sfoghi verbali.
Il frequente epiteto di “capra”, invece, avente per lui il significato di “ignoranza”, indirizzato ai vari interlocutori, politici, personaggi dello spettacolo o architetti, mi sembra più una provocazione che un'offesa poichè, se vogliamo, è anche un implicito ricorso alla bellezza della natura: in fondo certe stupende capre tibetane non sono preferibili  alla “nuvola” di Fuksas? E' rinata invece la Piazza di Palazzolo  più variopinta di prima, con nuove pietre e sigillature, ancora con il primitivo disegno pedonale: la stagionatura, dopo la posa, è stata prolungata oltre misura rispetto ai tempi normali previsti per le resine ed il cemento impiegati. A noi residenti, in questo caso e rimanendo in tema, ritenuti “capre” mansuete e molto pazienti, non è rimasto che attendere che il “pastore“ facesse completare la più lunga stagionatura, come se i materiali impiegati fossero formaggi: “Così questa terza volta durerà”: parole di assessore, le stesse che nel 2005, dopo averla completamente rifatta, usò anche l'assessore Marini, dopo l'impiego di nuovi cementi. Solo il tempo darà il risultato del nuovo intervento.

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