Mozzon, nuova fatica letteraria
Torna a scrivere Angelo Mozzon, scrittore clarense decollato dopo la pensione da bancario.
Arriva al decimo libro proprio in questi giorni, con un volume che presenterà il 23 novembre alle 17.30 all’auditorium della scuola primaria di via Lancini.
Al suo fianco sederanno l’ex sindaco e storico locale Mino Facchetti e il giornalista Claudio Baroni.
Il protagonista è ancora il tenente, in pensione, Angioletto Diologuardi, ma questa volta il lavoro è un triplo racconto didascalico. E il genere è stabilmente quello dei polizieschi.
«Ho messo insieme tre racconti – spiega Mozzon – con l’intento di far capire agli amanti del genere poliziesco la nascita e la composizione delle opere. Ho scelto tre racconti brevi di circa 30 pagina ciascuno».
Autoprodotto, senza un prezzo di copertina, ma con l’invito a donare all’Associazione Nadiya italo-ucraina associazione culturale e istruttiva, l’opera sarà presentata anche con l’intervento di Svitlana Shapka, attivista dell’associazione, che che illustrerà le finalità del gruppo.
«Una mamma preoccupata» è il primo racconto ambientato a Chiari. Si rifà alla lezione di Andrea Vitali e quindi è animato da un minimalismo narrativo. «Si parte da una banale apprensione – spiega Mozzon – per arrivare a un risvolto imprevisto e drammatico. Ci sono ilarità e tensione al tempo stesso».
Il Binocolo è il secondo racconto, pure ambientato a Chiari, ispirato ad Alfred Hitchcock e alla sua «La Finestra sul cortile». Un certo voyeurismo rivela in realtà un aspetto criminoso.
Infine «L’intervista» arretra al 1913, siamo al Duomo di Rovato. Si ispira alla tragedia che vide quattro morti ammazzati alla cascina Gallufero.
Mozzon assicura che è l’ultimo libro, ma è una promessa che va avanti da un po’ ed è bello sia così, visto che parliamo di uno degli ultimi scrittori vecchio stampo. «Amo ancora scrivere a penna sui bloc notes – spiega – e ho la fortuna di amici tecnologici che pensano a tutto il resto».
Amante della buona cucina e del buon bere, Mozzon da anni si rifugia a Rapallo in un appartamento vista mare durante il periodo invernale. E’ certamente lì gran parte della sua ispirazione.