Pro loco, continua la polemica

Volantino contro il sindaco Belotti
Ritratto di mavi

Che tra l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Tiziano Belotti e la Pro loco di Rovato non scorra buon sangue appare chiaro da quanto accaduto negli ultimi mesi.
L’ultima pagina di questa polemica è stata scritta nei giorni scorsi quando l’associazione presieduta da Enrico Genocchio ha distribuito nella capitale della Franciacorta un volantino, il “Giornoloco”, nel quale oltre ad informare i rovatesi sulle attività promosse si sottolineava che la Pro loco era stata vittima di attacchi ingiusti e ingiustificati da parte del sindaco Belotti.
Una polemica che aveva preso il via ad inizio anno, quando il sindaco Belotti aveva inviato una missiva nella quale informava il presidente Enrico Genocchio dello sfratto della Pro loco dalla sede di via Orti, che aveva condiviso fino ad allora con l’Associazione Norcini Bresciani, chiedendo la restituzione delle chiavi entro 48 ore. Una decisione che il sindaco aveva motivato con la scarsa collaborazione della Pro loco con l’Amministrazione comunale, sottolineando di non ricordare alcuna iniziativa promossa dall’associazione nei 18 mesi in cui era stato alla guida del Comune.
L’amministrazione comunale aveva poi negato alla Pro loco il gazebo fisso in piazza Palestro per pubblicizzare le attività di promozione del territorio, oltre a mettere in cantiere il progetto di costituire un nuovo sodalizio che si occupasse dello sviluppo e della valorizzazione del territorio di Rovato con l’assessore alla Promozione del territorio Giorgio Conti.
Ad acuire la polemica nei giorni scorsi è arrivata la dichiarazione del presidente Genocchio che, partecipando alla manifestazione di promozione del territorio presso il «Salone delle eccellenze» che si è svolta al Castello di Padernello dove ha portato in vetrina la cipolla di Rovato, ha spiegato che «a fronte del nostro impegno peraltro gratificato dal successo ottenuto dal prodotto, ci ha stupito e amareggiato venire a sapere che il sindaco avesse scritto agli organizzatori del Salone per precisare che la nostra associazione non rappresentava Rovato».
«È vero non rappresentiamo l’Amministrazione civica – ha ribadito Genocchio -, ma promuoviamo la città: probabilmente qualcuno fa confusione dimenticando che la Pro loco è un organismo apolitico.
Gli amministratori eletti gestiscono l’amministrazione della città, ma Rovato non è loro, appartiene ai cittadini e non a partiti e consorterie».
La Pro loco era stata istituita nel dicembre 2012, durante l’amministrazione guidata dal sindaco Roberta Martinelli, con l’obiettivo di sviluppare le attività in paese e fare da riferimento alle associazioni: le prime attività sostenute erano state la promozione delle specialità agroalimentari locali con il convegno sul tartufo della Franciacorta e la serata a Lombardia Carne con i tartufai bresciani, proseguendo con la valorizzazione delle produzioni tipiche franciacortine e della cipolla rovatese.
La Pro loco, nel volantino stampato e divulgato in paese, ha attaccato duramente il sindaco affermando che «chi riveste il ruolo istituzionale e di potere di primo cittadino, ha soprattutto l’obbligo di rispettare tutti i cittadini, di qualsiasi credo e razza» e affermando che non ha importanza che l’attività sia apprezzata e conosciuta «dal politico di turno», ma che è importante «prodigarsi per il proprio paese, senza cedere a chi vede in Pro loco solo poltrone da sfruttare».
Parole dure che non lasciano grandi speranze per una futura riconciliazione fra le parti, anche perché l’Amministrazione comunale ha già fatto sapere che la Pro loco non avrà più il suo sostegno nelle sue attività e che lavorerà per costituire un organismo a cui demandare la promozione del territorio rovatese.

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