Addio Andrea, angelo del kayak

In un duomo gremito i funerali del giovane
Ritratto di Massimiliano Magli

Il Vangelo è quello di Giovanni: racconta di un chicco di grano che se non muore lascia ben poco. «Il chicco che muore invece dona vita e memoria».
Il duomo di Chiari saluta così per l'ultima volta Andrea Faoro, 17enne, scomparso sabato scorso in un incidente in kayak nel Vercellese.
La storia è quella di una Bibbia che consente speranza, ma ieri, in un duomo pieno come se ne ricordano pochi, Chiari era confusa, stravolta, disperata davanti al dolore di papà Maurizio, mamma Monica Mottinelli e il fratello Marco.
Al loro fianco li raggiunge il cugino di Monica, il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli. C'è una parata muta di autorità, che esprimono solidarietà alla famiglia: il Prefetto Valerio Valenti, il Questore Vincenzo Ciarambino, i vertici di carabinieri e Guardia di Finanza.
Sul sagrato il silenzio e l'attesa diventano un singolare coro di dolore: il padre Maurizio che abbraccia mamma Monica e il figlio Marco, la gente tutt'intorno in uno straziante abbraccio.
In chiesa, sulla bara, si affaccia il volto di uno zio. E' don Fabio Mottinelli, cugino della madre, da 15 anni attivo nella parrocchia di Chiari.
E' a lui che il parroco don Rosario Verzeletti dà la consegna del saluto. Un teologo pratico, che ricorre sin dalle prime battute dell'omelia a parole chiave come fede, ricordo, eternità, certezza del ricongiungimento.
«Andrea – dice – ora vive in Dio e ha concluso qui il suo viaggio per sorriderci da lassù. Andrea è già angelo ed è a fianco di Gesù risorto». Poi legge le parole di una famiglia amica di Andrea, che ha ricevuto lo sfortunato giovane pochi giorni fa: «Eri arrivato da noi mentre stavi vivendo uno stage. Eri felice e solare e sei passato con una semplicità disarmante, solo per dirci 'sono venuto a salutarvi'. Questo è il nostro ultimo, magnifico struggente ricordo».
A seguire commossi la cerimonia ieri c'erano anche i compagni e i docenti del Centro di Formazione Professionale, che il giovane aveva frequentato, come pure scout, compagni di canoa e tanti tanti amici.
Il centro storico pareva l'anteprima di un torrente, con fuoristrada e jeep parcheggiate ovunque: ma quel torrente, straripante e difficile da domare, questa volta era nel cuore.

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