Il Rugby Rovato non ce l’ha fatta

...ma si guarda con ottimismo al prossimo campionato
Ritratto di mavi

Il verdetto è giunto all'ultima giornata: Rovato, Sondrio e Capoterra hanno tentato il tutto per tutto sul filo del rasoio ben consci che l'ultima delle tre sarebbe retrocessa. Purtroppo al Rovato non è stata sufficiente la vittoria guadagnata in trasferta col Rugby Lecco (21-15) per rimanere nella serie cadetta. Corvino e compagni hanno giocato una gara che ha rispettato le aspettative sconfiggendo un avversario che non ha concesso un metro senza lottare con tenacia, ma i successi del Capoterra e del Sondrio, rispettivamente sul VII Torino e sul Cus Torino (la seconda e la prima della classifica e con la testa già ai play off), hanno decretato per i Bresciani la retrocessione.
Non serve stare a recriminare sul turnover operato dalle due piemontesi, chiaramente prevedibile, piuttosto il dispiacere va alle numerose partite perse per un nonnulla e ai tanti punti persi per strada. E ancora più doloroso è constatare che questo gruppo merita quella categoria che invece è costretto a lasciare: purtroppo c'è voluto del tempo prima che fosse capace di esprimere con costanza di rendimento tutte le potenzialità di cui è in possesso.
Eppure tutto si è risolto negli ultimi ottanta minuti, addirittura a tempo quasi scaduto.
Le notizie che rimbalzavano continuamente dalla Sardegna e da Torino, fino a pochi giri della lancetta dalla fine del campionato, hanno fatto sperare il Rovato, tanto che lo spauracchio della retrocessione ha aleggiato a lungo sull'Albonico di Grugliasco dove era impegnato il Sondrio. Poi l'inaspettato epilogo, con le due mete segnate dai Valtellinesi al Cus Torino. E così il Rovato è passato in un secondo dalla salvezza alla retrocessione.
Tristemente il centinaio di supporter bresciani ha lasciato Lecco. Altrettanto la squadra, ma lo ha fatto cantando sulle note di "Ricominciamo" perché la voglia di riscatto non manca, tanto che Giorgio Tavelli ha dichiarato davanti alla squadra e alla dirigenza di sentirsi pronto a disputare un'altra stagione nonostante quella dovesse essere l'ultima partita della sua carriera.
Comunque la retrocessione era stata presa in considerazione dal club con la ferma convinzione che, comunque fossero andate le cose, si sarebbe guardato al futuro con rinnovate energie e propositi di crescita. 
Il rilancio è stato affidato a una figura di grande rilievo attraverso un progetto vario e articolato di sviluppo e crescita societari che prevede una programmazione quinquennale mirata al raggiungimento di obiettivi sì ambiziosi, ma anche sostenibili, e al traguardo finale del ritorno ai fasti del recente passato.
Tra le cose da fare il rinnovamento e il potenziamento dello staff tecnico, la formazione e il monitoraggio continuo del lavoro svolto dagli allenatori, l'allargamento della base attraverso una serie di iniziative volte ad incrementare in modo considerevole il numero dei tesserati.
L’obiettivo, fra gli altri, è quello di far sì che il club possa diventare un polo di aggregazione e di interscambio di natura sportiva e culturale fra i ragazzi del club e quelli di Paesi rugbisticamente evoluti come la Nuova Zelanda.
Nel mondo anglosassone lo chiamano Director of Rugby, da noi, oltre al ruolo di responsabile dello sviluppo e della crescita del club, rivestirà anche quello di direttore tecnico e di allenatore della prima squadra.
Essendo contrattualmente vincolato alla Federazione Italiana, fino al 30 giugno l'incarico non potrà essere ufficializzato, ma intanto un primo passo è stato fatto nominando un Direttore Sportivo che, vista la situazione, rappresentasse la società per quanto attiene ai rapporti con i giocatori (circa le problematiche personali e le eventuali richieste o proposte di ogni atleta) e curasse le relazioni con gli altri club affiliati alla FIR.
L'incarico, per capacità e competenza, è stato conferito a Stefano Sacrato, imprenditore nel comparto della ricerca ed innovazione scientifica e consigliere dell'ASD Rugby Rovato.
Padovano di nascita, Bresciano d'adozione, ha mosso i primi passi nel Petrarca per poi approdare nell'Under 14 del Rugby Brescia dove ha completato il percorso formativo, come mediano di mischia, fino all'esordio in Serie A.
Può vantare una convocazione con la nazionale under 17 e una presenza costante, nelle vesti di capitano, nelle selezioni regionali e interregionali Under 15-16-17.
Già allenatore nel settore giovanile del Brescia ha ricoperto il medesimo incarico nel Rugby Rovato per un totale di tredici anni, club nel quale ha militato come giocatore fino alla fine della carriera agonistica.
Dispone di eccellenti competenze comunicative, acquisite durante l'esperienza lavorativa di direttore di gruppi di ricerca avanzata, e di una profonda e specifica conoscenza nell'ambito del rugby, maturata grazie alla leadership sportiva e al lungo trascorso come allenatore di terzo livello.
"Sono onorato di poter rappresentare la società con cui ho condiviso tante emozioni sia come giocatore, allenatore ed ora dirigente nel rapporto con i giocatori e le altre Franchigie. Il progetto che sono stato chiamato a condividere sposa alla perfezione il mio concetto di rugby e sport e metterò tutte le mie energie nel perseguimento dell'obiettivo", ha affermato con entusiasmo nell’assumere il nuovo incarico.
La risposta dei giocatori è stata favorevole, si respirano euforia e ottimismo dopo l'annuncio del primo volto nuovo del Rugby Rovato per la prossima stagione sportiva, quello di Alberto Bergamo che entrerà a far parte dello staff tecnico della prima squadra con l'incarico specifico di allenatore dei trequarti ma, se necessario, scenderà anche in campo con la maglia dei Condor.
Il suo è un gradito ritorno in Franciacorta, infatti: dopo aver mosso i primi passi nelle giovanili del Rugby Bergamo, a 16 anni si trasferì a Rovato per dare il via con tenacia e disciplina a quella carriera sportiva che gli ha riservato moltissimi successi. Sotto la guida di Stefano Sacrato affinò quelle doti fisiche e tecniche che lo imposero all'attenzione generale permettendogli di spiccare il volo verso il Rugby Calvisano. Dieci stagioni, durante le quali ha conciliato lo sport professionistico con lo studio, gli sono valse la laurea magistrale in ingegneria e un ricco palmares: tre titoli di Campione d'Italia (2012, 2014 e 2015), due Trofei Eccellenza (2012 e 2015) e una medaglia di bronzo del CONI al valore atletico, oltre alle tante convocazioni con le Nazionali giovanili e la Nazionale Seven.
Rappresenta una risorsa preziosa per tutti i giocatori del club e, viceversa, la possibilità di trasmettere ad altri le proprie conoscenze costituisce un'occasione stimolante, accolta con entusiasmo e con la convinzione di sposare un progetto sportivo condiviso. "Ho deciso di intraprendere quest'avventura per poter dare il mio contributo d'esperienza ad un club di cui ho fatto parte come giocatore e al quale sono molto legato sentimentalmente. Credo molto nel progetto e soprattutto nelle persone che ne fanno parte".

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