Presepi da sogno nel centro pastorale, ma c'è una contraddizione

Oltre 100 natività, "ma le scuole ci ostacolano per non offendere gli immigrati che in realtà ci apprezzano"
Ritratto di Massimiliano Magli

Ce ne sono oltre 100 di presepi a Casalmorano (Cremona), un paesino che conta poco più di 1600 abitanti circa con la frazione Mirabello Ciria.

Ma in tredici anni, la passione di Antonio Martellotta, inventore di questa rassegna, e quella dei suoi collaboratori, hanno prodotto numeri impressionanti. I visitatori sono ben oltre i 6 mila e sono in costante crescita. Ogni due anni vengono organizzati corsi di presepisti e non mancano i bambini, anche se ce ne vorrebbero di più per garantire un ricambio sulle installazioni.

La polemica è dietro l'angolo: «La scuola ci ostacola – spiega Antonio – invece di coltivare una tradizione italiana oltre che religiosa. Con la scusa degli immigrati, vengono spesso boicottati corsi e visite alle nostre installazioni, mentre paradossalmente proprio gli immigrati apprezzano questi capolavori».


Per avere un'idea dello sforzo compiuto, basterebbe dire che la decina di volontari attivi per questa installazione, ogni anno, si reca in diverse province a raccogliere e restituire le natività. Viaggi per migliaia di chilometri, visto che si spazia da Cremona a Parma, da Brescia a Bergamo o Milano.

Ogni anno i volontari si recano a visitare anche altre natività, come il Grandioso Presepio Storico di Castelcovati.

«Se anche la scuola si mette di traverso – spiega un volontario – non riusciremo a creare un ricambio per questa arte, che non è solo sacra».

In mostra sono presenti presepi classici, presepi palestinesi e anche diorami della vita di Gesù a cura di un gruppo di volontari di Vailate.

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