Per le Fiamme Gialle sequestro da guinness a Borghetto Lodigiano

Un’azienda agricola produceva marijuana invece che “canapa light”
Ritratto di roberto parolari

Doveva produrre “canapa light” a scopo terapeutico, in realtà può essere considerata come la più grande piantagione di marijuana mai scoperta in Italia quella sequestrata dai finanzieri del Gruppo di Lodi ad una azienda situata nel territorio del Comune di Borghetto Lodigiano.  
Gli uomini della Guardia di Finanza erano impegnati in alcune attività di contrasto ai traffici illeciti e di controllo economico del territorio quando, insospettiti da un forte odore caratteristico della canapa indiana, hanno fatto irruzione in un fondo agricolo di una start-up fondata da due giovani imprenditori italiani a Borghetto Lodigiano.
Il quadro che si è presentato ai militari è stato sorprendente: davanti ai loro occhi c’era una piantagione di larga scala di marijuana all’interno nella quale operavano sei persone di nazionalità extra-UE, intente nella coltivazione e raccolta delle infiorescenze. I successivi accertamenti hanno permesso di constatare che due cittadini di nazionalità italiana, F.M. (classe 1996) e D. G. (classe 1999), hanno dato vita ad una società agricola dedita alla produzione della “canapa light”, attività di per sé lecita se le sementi utilizzate sono caratterizzate da un quantitativo minimo di principio attivo denominato THC il cui valore non può superare lo 0,6 % in rapporto al peso, così come stabilito dalla Legge n. 242 del 2016.


L’esito degli esami di laboratorio disposti dalla Procura della Repubblica di Lodi ha, invece, rivelato un valore che ha raggiunto anche il 14% di THC, di gran lunga superiore a quello consentito. Non solo, i titolari dell’azienda agricola non sono stati in grado di esibire la documentazione contabile, la cui tenuta è obbligatoria per legge, attestante gli acquisti e la specifica natura della semente utilizzata nella coltivazione che avrebbe permesso di ricostruire l’intera filiera agroindustriale. I finanzieri hanno quindi proceduto al sequestro dell’intera piantagione composta da 115.800 piante di marijuana per un peso complessivo di 10 tonnellate che, qualora fosse stata posta in commercio, avrebbe procurato un profitto di diversi milioni di euro.
I due cittadini italiani, all’esito delle testimonianze dei lavoratori extracomunitari, sono stati deferiti alla Autorità Giudiziaria, oltre che per la violazione prevista dall’articolo 73 del DPR 309/1990 connessa alla produzione e detenzione illegale di sostanze stupefacenti, anche per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (articolo 603 bis del codice penale). L’efficace operazione, rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza quale organo di Polizia Economico Finanziaria a contrasto al traffico delle sostanze stupefacenti e a tutela della salute pubblica.
 

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