Allevamento Festa, questione chiusa

Il Comune ha sanato la vicenda
Ritratto di Massimiliano Magli

Si è chiusa dopo cinque anni di segnalazioni e procedimenti amministrativi la vicenda delle stalle della famiglia Festa di Chiari.
Una chiusura per certi versi surreale, visto che i due edifici progettati nel 2014 e ultimati un paio di anni fa, erano stati oggetto di segnalazioni da parte di diversi cittadini, ma anche di una costituzione in giudizio del Comune davanti al Tar. Ora arriva la sanatoria del Comune.
L'Amministrazione si era costituita in giudizio contro il privato, poiché quest'ultimo aveva impugnato il «no» del Comune al permesso di costruire. 
Ma nel frattempo stalle e bovini erano arrivati e i capi avevano raggiunto e superato le 1300 unità. 
II Tar che lo scorso anno aveva ordinato il riesame dell’istanza di sanatoria avanzata nel frattempo dai privati, rilevando alcune incoerenze nell'atteggiamento del Comune, soprattutto in merito «al mancato rispetto delle distanze da un'area servizi carburante e da un gattile, la cui presenza è risalente a diversi anni fa e non ha mai ostacolato il rilascio dei più recenti titoli concessori».
Da tale ordinanza il Comune poteva discostarsi ed eccepire altre ragioni, ma così non è stato poiché nei giorni scorsi ha preferito fare proprie alcune perplessità del Tar e acconsentito alla possibilità di costruire in sanatoria. 
Il Tar aveva peraltro considerato come positive dal punto di vista sanitario «la riduzione dei capi a 1290» e aveva evidenziato come «non collegabile al numero di capi la costruzione di due stalle, la cui realizzazione riguarda invece aspetti di tipo urbanistico e paesaggistico». 
Sulla vicenda tuttavia Daniele Bulgarini, cittadino che ha segnalato anche alla magistratura quelle che ritiene alcune incongruenze, non è d'accordo: «Il vero problema – spiega – è che si parla di immobili come un'area servizi e un gattile, ma nessuno ha fatto notare al Tar che a 200 metri circa da 1300 mucche c'è la scuola materna San Giovanni. Io, invece, ho dovuto togliere due asini dalla mia cascina perché considerato un allevamento abusivo». 
 

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