Il 19 dicembre 1982 andò in scena l'opera “Maria Goretti”

Composta dal clarense Nino Piccinelli e andata in diretta mondiale sulla Rai
Ritratto di roberto parolari

Per celebrare l’ottantesimo di morte di S. Maria Goretti, uccisa a 12 anni da Massimo Serenelli, Corinaldo, città natale della Santa, aveva invitato i migliori compositori italiani a realizzare un’opera musicale sul sacrificio della Giovane martire. Un tema difficile da trattare a cui nessuno si era sentito di misurarsi. Nino Piccinelli, protagonista indiscusso della musica del secolo scorso che ha saputo rappresentare e far cantare tutte le sfumature della vita: amore, delusioni, felicità, giovinezza, e crudeltà della guerra, dopo aver riflettuto alla fine accettò. Tra coloro che, conoscendo le sue capacità insistevano affinché accettasse, c’era anche Padre Fortunato Ciomei, Passionista rettore del Santuario di Nettuno. Per quest’incontro con il martirio della Fanciulla, Piccinelli s’accosta con cuore sereno cogliendo l’incanto dell’anima, la purezza e l’abisso del sacrificio. 
“…Ha il viso lucente di serenità, Maria, una colomba ella è, ma vicino le sta lo sparviero… erano gli occhi tuoi vivide stelle, ora già spente…”.
In uno dei suoi appunti messi su uno spartito, si legge: “mi sono convinto che avevo composto qualcosa di buono...”.
L’opera Maria Goretti, patrocinata dal Ministero del Turismo e Spettacolo, della Regione Marche e dalla sede Regionale RAI-TV, andò in scena in Prima Mondiale assoluta il 19 dicembre 1982 dalla Collegiata di S. Francesco, di Corinaldo, con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana e la “Corale Bellini di Ancona”. Al termine gli applausi più lunghi e calorosi sono stati per il maestro Piccinelli, invitato a salire sul palco per ricevere i complimenti di tutte le personalità presenti. Sofferente per le difficili condizioni di salute, a malincuore rinunciò di dirigere l’orchestra. Due anni dopo, il 14 ottobre 1984, cessò di vivere. Musicista compositore e direttore d’orchestra, autore di oltre 1200 canzoni, 79 liriche, ed alcune importanti colonne sonore per film, direttore artistico alla famosa, “Voce del Padrone”, nella sua lunga carriera ha raggiunto i traguardi più alti della musica. Sua è anche la struggente Ta-pum Ta-pum, composta in una trincea dell’Ortigara durante la prima Guerra Mondiale 1915-18. Quando nel 1921 il treno che trasportava a Roma la bara del Milite Ignoto sostava nelle stazioni, non si dovevano intonare canzoni di guerra ne patriottiche. In più occasioni gruppetti di reduci della Grande Guerra, che quella canzone l’avevano cantata in trincea, si accontentarono e intonarono sottovoce il ritornello: “ho lasciato la mamma mia... l’ho lasciata per fare il soda…, tam- ta-pu- ta-pum”. Parole, queste, come tutta la canzone dell’artista clarense che non hanno bandiere: le mamme che i figli lasciano per andare a combattere sono tutte uguali. 
Dopo un secolo e più, non è cambiato nulla.


Il grande regista Renzo Rossellini amava le sue musiche
Quando la grande Wanda Osiris scendeva la scale dei teatri cantando “... sentimental questa notte infinita, sentimental questa rosa appassita...” era accompagnata dall’Orchestra Piccinelli. Nel 2011, riconoscendo la valenza artistica internazionale del musicista clarense, superando i tanti candidati che si erano preposti, Roma decise di dedicargli una delle sue vie. Alcuni anni dopo, Chiari, quale tributo al suo illustre concittadino, ha scelto di intitolargli una delle strade di un’area di prossima lottizzazione. Di Nino Piccinelli, del suo talento e bravura compositiva hanno scritto parole di grande stima personaggi importanti del mondo della musica, del giornalismo e del Cinema. Di lui il grande regista cinematografico Renzo Rossellini, ha detto, e scritto: “guardate la scrittura, è di un’eloquenza esemplare, elegante, finissima, fantasiosa, pudica, espressiva... mi piace l’intensità del canto ed il respiro del fraseggio...”. 

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