Il clarense Mattia Ducci ricercatore all'Università di Torino

Lavora ad un progetto sperimentale per i non vedenti
Ritratto di roberto parolari

C'è un genio di Chiari dietro al progetto che consente ai ciechi di laurearsi studiando formule che un computer di lettura non avrebbe mai potuto leggere, oppure leggendo con le dita puntate su un tablet un grafico.
Si chiama Mattia Ducci, ha una laurea con 100 e lode in informatica, e l'Università di Torino, con il dipartimento di matematica, se l'è preso per il suo talento nel creare programmi che, di fatto, aumentano la popolazione laureata e l'emancipazione di persone fisicamente svantaggiate come chi non vede o ha menomazioni.
A Torino Ducci ha un borsa di ricerca: «Lavoro con l'Università su diversi fronti – spiega – ma in questo momento mi sto occupando in particolare di un progetto sperimentale che consente al non vedente di consultare e comprendere un grafico, avvicinando un dito a una sorta di tablet e sfruttando un'interazione tra frequenza l'altezza del suono stesso per conoscere il grafico».
Già perché fino a poco tempo fa era soltanto possibile utilizzare o il linguaggio tattile (braille) o impiegare dei robot di lettura che tuttavia nemmeno potevano leggere tutte le operazioni matematiche previste. E non solo della matematica ci parla, visto che le formule complesse esistono anche per la linguistica, la fisica, l'astronomia e un po' tutte le discipline che, a un certo, punto affrontano linguaggi che da un lato sono semplificati (formule ed espressioni) ma dall'altro sono complessi da riprodurre da un lettore video per chi è ha disabilità visiva.
«Sto cercando di migliorare il lettore di grafici – spiega – e ciò che è fondamentale precisare è che si tratta di un prodotto gratuito, sviluppato in prima fase da altri colleghi di Milano». Infatti tra le missioni dell'Università c'è quella di divulgare le conoscenze acquisite.
Anna Capietto, docente di analisi matematica, è la responsabile del laboratorio in cui opera anche Ducci. 
«Il suo aiuto è prezioso e tutt'altro che scontato – spiega – perché i fondi dello Stato sono ridotti per ricercatori come lui. Non a caso nei mesi scorsi abbiamo perso un altro preziosissimo professionista come Dragan Ahmetovic che ha dato tanto per progetti come quelli a cui lavora Mattia».
Il progetto ha costi notevoli ma fondi scarsi e quindi i pochi docenti che vi sono dedicati sono risorse eccezionali per l'Università. «Il nostro intento – spiega Capietto – è quello di inclusione, vogliamo sostenere l'accesso all'università di sempre più persone con disabilità. Abbiamo cominciato 10 anni fa. Oggi abbiamo sviluppato software per consentire ai non vedenti di leggere e lavorare con formule complesse. Lo abbiamo fatto con il pacchetto Axessibility, un'integrazione a LateX, linguaggio con cui tutto il mondo scientifico scrive la matematica».
Tra gli obbiettivi in cui potrebbe essere coinvolto Ducci c'è anche quello di sviluppare programmi per consentire a chi ha lesioni agli arti superiori o ne è privo di «digitare» vocalmente formule e ordini. 
Ad oggi sono già 5 gli iscritti non vedenti al primo anno del dipartimento di informatica.
Chi fosse interessato al progetto può visitare il sito www.integr-abile.unito.it.
 

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