L'agriturismo combatte contro il biogas

La famiglia Norbis contro i Betti
Ritratto di Redazione

Una conferenza stampa improvvisata sotto il solleone, in via Monticelli Sopra a Chiari, si è trasformata in una doccia fredda per i fratelli Betti, alle prese con i lavori di scorticamento del loro terreno per prepararlo ai caterpillar che di lì a breve dovrebbero realizzare un impianto a biogas.
Si incontrano ogni mattina, si salutano, ma paradossalmente il vicino di casa, Gianmario Norbis, ma nei giorni scorsi pareva saperne più dei fratelli Betti relativamente alle distanze di una centrale a biogas che stanno costruendo insieme a una società costituita ad hoc con il nome di Chiari 2.
Norbis saluta cordialmente i vicini di casa ma è categorico: «Se loro vanno avanti coi lavori li denuncio – taglia corto Norbis – perché devo realizzare un agriturismo ed è dal 2000 che lo sogno. Nel 2010 ho avviato l'iter e ora questi signori a nemmeno 200 metri dalla mia proprietà vogliono mettere in piedi una centrale che rischia di dimezzare anche del 50% il valore delle nostre aree».
A condurci sul posto è il presidente del Consiglio comunale uscente Fabiano Navoni, ora consigliere di minoranza, coinvolto da Norbis con una lettera che ha inviato anche alla Provincia di Brescia che ha autorizzato l'impianto nonostante «distanze – assicura Norbis – che sono completamente insufficienti. Ci vorrebbero circa 500 metri spiega ma non è tutto: a questo si aggiunga che io a circa 400 metri ho un altro impianto a biogas dell'azienda Festa. Mi chiedo con quale cognizione Provincia e Regione concedano simili impianti».
Quando chiediamo perché non abbia protestato contro l'altro impianto Norbis taglia corto: «Averne uno vicino è un conto, averne due è tutt'altra cosa. L'azienda Festa inoltre è molto più distante da me e io non mi posso lamentare anche perché mi ha dato lavoro, visto che con la mia impresa edile ho costruito quel progetto».
Un invito a essere coinvolto anche in questa costruzione? «Neanche per idea – taglia corto Norbis – il futuro è l'agricoltura e i miei figli Luca e Roberta attendono da tempo di poter avviare questo progetto che richiederà un investimento di 1,5 milioni di euro». Quindi ci accompagna nel suo allevamento di bovini e nel grande orto che sta attrezzando per prepararsi all'arrivo dell'agriturismo. «Qui crescono angurie, meloni, zucchine, pomodori, pratichiamo già da due anni un orticoltura attenta e senza veleni – conclude Norbis -. E mi dovrei trovare qui a fianco una centrale a biogas che investe di miasmi insopportabili la nostra clientela?».

La replica dei Betti

Sul pannello di progetto che illustra i lavori c'è scritto che il progettista e il responsabile dei lavori è lo Studio Falconi di via Tagliata a Chiari. Il fondo è della famiglia Betti. E' a tale studio che i fratelli Angelo e Giuseppe Betti rinviano le rimostranze di Norbis una volta incontrato fuori dal loro terreno. «Preferiamo non dire nulla in questo momento – spiegano – anche perché quanto a conoscenza con la famiglia Norbis ci siamo sempre rispettati, mentre dal punto di vista tecnico non spetta a noi entrare nel merito delle rimostranze, visto che c'è uno studio tecnico e ci sono stati numerosi pareri sinora presentati».
I Betti in ogni caso si dicono da subito sorpresi dalle questioni ambientali portate avanti dai suoi vicini in nome dello sviluppo sostenibile: «Se non è sviluppo sostenibile trarre energia dai liquami e non inquinare le falde con nitrati – spiegano – diteci voi cos'è sostenibile. Ci sono fabbriche impattanti sul territorio e noi ci troviamo ad essere additati come inquinatori. In ogni caso sulla vicenda ci affidiamo ai nostri tecnici e agli enti superiori. Poi vedremo il da farsi». (guarda il video sotto)

 

 

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