Lunedì una 22enne violentata al Parco delle Rogge

Ritratto di Massimiliano Magli

Violenza inaudita a Chiari nei confronti di una 22enne italiana. Una violenza sessuale, verso sera, in un parco frequentato di giorno da decine di famiglie e di sera da veri e propri mostri. Questa l'accusa del pubblico ministero nei confronti di tre paksitani richiedenti asilo residenti tra Chiari e, probabilmente anche a Castrezzato, in strutture messe a disposizione da privati mediante cooperative.
La notizia è trapelata ieri, dopo che già martedì le voci si rincorrevano per tutta Chiari.
L’enorme dolore della ragazza e della sua famiglia, evidentemente, ha varcato ogni confine in termini di riserbo, così che le voci si sono moltiplicate sino alla tristissima conferma di ieri. I tre pachistani avrebbero tra i 23 e i 26 anni. A bloccarli sono stati i carabinieri di Chiari su richiesta del pubblico ministero Ambrogio Cassiani: tutti e tre avrebbero abusato della giovane.
In giornata una conferenza dei Carabinieri spiegherà con maggior precisione quanto accaduto. Il tragico fatto risale a lunedì sera: la ragazza è stata violentata da tre pakistani mentre passeggiava in un parco cittadino. Si tratta del Parco delle Rogge, luogo assai frequentato, non solo dai clarensi, grazie alle strutture ricreative di cui è dotato e del grande spazio a disposizione.
Profughi pachistani erano giunti a Chiari alla fine dello scorso anno causando una reazione politica tra le opposizioni (Lega Nord e Forza Italia) ma anche nella maggioranza, visto che che aveva visto praticamente l'intero Consiglio comunale schierarsi, con varie motivazioni, contro tale disposizione della Prefettura.
Il trauma devastante subito dalla giovane non le ha impedito di raccontare tutto in famiglie e infine alle forze dell'ordine che hanno raccolto la terribile rivelazione della giovane.
E' una Chiari che si sveglia in un nuovo incubo, dopo che lo scorso dicembre la cittadina aveva subito un'operazione anti-terrorismo con il rimpatrio di un cittadino kosovaro per apologia al terrore in chiave islamica.
Il sindaco Massimo Vizzardi si è detto «profondamente colpito da una vicenda che va ben oltre qualsiasi nazionalità del colpevole. Prima di un commento completo preferisco attendere le comunicazioni dell'Arma. Resta il fatto che su quanto accaduto dobbiamo interrogarci tutti: parliamo di tragedie che accadono a prescindere dal territorio in cui sono avvenute. E' ora di una importante riflessione che coinvolga tutti gli aspetti e più enti».
Sulla questione profughi Vizzardi aveva polemizzato da subito con la Prefettura definendo «non accettabile né adeguato a Chiari l'invio dei richiedenti, poiché non abbiamo strutture adeguate né è questo il mondo per dialogare con i Comuni, di fatto tenuti allo scuro di tutto».
E Vizzardi aveva anche annunciato, in polemica con il progetto del Parco Rogge, una serie di interventi di messa in sicurezza dei parchi, a partire da questo, che, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, avrebbe dovuto essere fornito di telecamere e illuminazione adeguata.
Furente il sindaco di Castrezzato Gabriella Lupatini: «E' accaduto l'inaccettabile. Ho saputo solo per vie traverse che due richiedenti asilo arrivati nel mio paese sarebbero pakistani. Da quanto ho avuto modo di accertare non è certo si tratti degli stessi che hanno compiuto il delitto. E dire che anche a mezzo stampa avevo chiesto alla Prefettura di farmi sapere quanti e di che nazionalità fossero. Sono incazzata nera – taglia corto senza mezzi termini il sindaco -, qui le istituzioni supreme fanno una figuraccia colossale, pretendendo poi dai cittadini una correttezza e un rispetto che il Governo centrale non ha più per gli enti locali».
E' di pochi giorni fa, infatti, uno sfogo del primo cittadino castrezzatese sulle pagine di «Bresciaoggi» in cui chiedeva alla Prefettura informazioni «precise a tutela dei cittadini e del Comune: non possiamo aprire le porte ad anonimi cittadini. E' pura follia, specie in uno Stato che si dice in allerta per il terrorismo».
E coincidenza vuole che il cittadino kossovaro espulso lo scorso dicembre da Chiari fosse stato residente anche a Castrezzato: «Non dimenticheremo quanto ci sta accadendo. Spero che i cittadini insieme ai sindaci onesti sappiano ribaltare verso lo Stato questa enorme richiesta di aiuto e di civiltà».
In giornata i sindaci dei due centri dovrebbero avere un incontro con le forze dell'ordine, e forse anche con la Prefettura, per avviare una prima serie di chiarimenti in merito alle rispettive situazioni.
«Io non ho alcuna colpa – conclude Lupatini – ma mi creda, è come se me la sentissi addosso, perché sento che lo Stato ha fatto fare una figuraccia al nostro paese, che non meritava questo».

 

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