Scampato a Linate per puro caso

Pellegrini cambiò il biglietto per una incredibile coincidenza
Ritratto di roberto parolari

Aveva già stampato un biglietto per l'aldilà, scritto nero su bianco: Augusto Pellegrini sarebbe stata la quinta vittima bresciana della tragedia aerea di Linate dell'8 ottobre 2001.
A dirlo è il biglietto aereo che il clarense, oggi 57enne, aveva in mano per il volo da Linate a Copenaghen della Scandinavian Airlines. Ma a Pellegrini di quel biglietto e della sorte che vi era scritta sopra non interessava proprio nulla. Lo prese e lo stracciò pochi giorni prima della partenza.
Nell'anniversario della tragedia, arriva questa rivelazione che riaccende dolori e sconcerta per la «sliding door» che ha fatto passare Pellegrini dalla morte alla vita in un soffio.
Figlio del cardiochirurgo Gianfranco e nipote di Augusto, tra i fondatori dell'ospedale di Chiari, Pellegrini prende un'altra strada: diventa amministratore delegato di Swisscom Italia.
E, da amministratore, ogni settimana ha voli da compiere per tutta Europa.
In vista del volo dell'8 ottobre aveva già tutto pronto.
«La mia segretaria – spiega – regolarmente mi faceva trovare pronta una cartelletta con i documenti di prima necessità per il viaggio e l'arrivo: biglietti aerei, prenotazioni alberghiere, pass per fiere e convention, insomma tutta la burocrazia più noiosa era risolta da quella cartella. E io certo non stavo a guardarmela».
E allora come ha potuto annullare quel viaggio?
«Credo nel destino – aggiunge Pellegrini – ed è anche per questo che non mi tormento rispetto a quello che è accaduto».
Pellegrini si presenta regolarmente a Linate.
«Dovendo andare a un congresso a Copenaghen – spiega - la mia segretaria aveva comprato per tempo il biglietto. Circa dieci giorni prima del volo, come tutte le sere prima di uscire dall'ufficio, mi portò il libro-firma. Sfogliando i vari documenti da firmare, a un certo punto venne fuori il biglietto aereo per Copenaghen. Mi ricordo come fosse oggi che chiesi alla segretaria perché l'avesse messo nel libro firma, visto che non era necessaria la mia autorizzazione. Mi rispose che l'aveva appena ricevuto dall'agenzia viaggi e voleva farmelo vedere. Non era mai successo prima e non sarebbe mai successo dopo: quella fu l'unica volta. A quel punto, mi accorsi che era un biglietto Scandinavian Airlines e chiesi di cambiarlo con uno Alitalia perché volevo acquisire i punti delle miglia SkyTeam/Alitalia. Lei così fece. Non ne parlammo più. Lunedì, 8 ottobre, andai a Linate per prendere il volo Alitalia per Copenaghen. Avevo appena passato la sicurezza (particolarmente severa, visto che erano trascorsi pochi giorni dall'11 Settembre) e stavo camminando verso il gate quando sentii un rumore che apparì sordo per la distanza».
Che cosa la colpì di più? «Quello che mi impressionò fu la durata del rumore: per qualche strana ragione mi fece pensare a qualcosa di veramente grave, ma non sentimmo un boato. Nessuno poteva immaginare cosa fosse successo, anche se era chiaro che era qualcosa di fortemente inaspettato.  Dopo qualche minuto, si cominciarono a sentire le sirene e a vedere facce inquiete tra gli operatori».
E poi cosa accadde?
«Venne annunciato che il nostro volo era cancellato perché l'aeroporto veniva chiuso al traffico.  Uscendo dall'aeroporto per andare a prendere l'automobile, notammo un odore di kerosene fortissimo. Pur non vedendo un granché per via della forte nebbia, verso il deposito bagagli, dove si schiantò l'Md 87 della Scandinavian, la nebbia aveva bagliori rossi e arancioni con un contorno di nebbia annerita dal fumo. Chiamai a casa e in ufficio per avvertire di quanto successo e ringraziai Jitka, la mia segretaria, per quella cosa fondamentalmente sbagliata, che lei, così precisa, non aveva mai fatto prima. Ancora oggi chiedo a Jitka cosa le fosse passato per la testa quando mise il biglietto aereo nel libro firma, e lei ogni volta mi risponde semplicemente 'Non lo so'».
 

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