Si inaugura il nuovo polo culturale ma le polemiche non mancano

Manca l'ascensore e disabili e mamme con più neonati sono rimaste a terra
Ritratto di Redazione

Una nascita con contraddittorio quella del nuovo polo culturale di Roccafranca in vicolo Chiesa, dopo i primi entusiasmi legati alla sua inaugurazione. L'impressione iniziale, che ha visto anche alcuni commenti di tecnici esterni, è che si sia realizzata una buona struttura che ha tuttavia  dimensioni ancora da sviluppare. Passi ovviamente il limite tecnico imposto dalla Sovrintendenza che ha imposto una serie di prescrizioni, ma a questo punto per chi governerà Roccafranca nei prossimi anni il dovere sarà quello di interventi urgentissimi per dare a un polo culturale e civico del terzo millennio spazi di accesso più ambiziosi e funzionali.
Gli spazi della biblioteca, ad esempio, non sono parsi a tutti ideali per il futuro culturale del paese, per quanto già certamente migliorati rispetto al passato, visto che – ricorda il vice sindaco Marco Franzelli - «siamo passati dagli 85 metri quadrati precedenti a 160 metri, comprensivi dei servizi igienici per disabili».
Due sale, per quanto grandi, tuttavia paiono ancora poche, visto che al loro interno sono ricavati un tavolo di consultazione e una postazione per due computer. Per fare un raffronto con la vicina Rudiano si potrebbe dire che vent'anni fa Rudiano aveva ciò a cui oggi Roccafranca deve affacciarsi ancora come a un sogno, tanto più che a breve Rudiano inaugurerà una biblioteca persino più grande.
Bellissime le architetture, magnifica la ristrutturazione, che tuttavia annovera una piccola parte dell'intero complesso ex asilo che ad oggi appare sotto gli occhi dei visitatori nella sua decadenza.
Il sindaco Marina Murachelli ha confermato la volontà di procedere con il recupero dei volumi restanti, anche se mesi fa aveva già annunciato che «essendo finito il Comune nei vincoli di stabilità, già un intervento come questo sarebbe stato un sogno».
Facile immaginare le difficoltà per il futuro. A questo proposito, sull'esistente sono già arrivate le critiche anche per la sala consiliare al primo piano. Nel giorno dell'inaugurazione non hanno potuto accedere alla cerimonia diverse famiglie costrette con i passeggini al piano terra. Il motivo? Manca un ascensore e persino un montascale. Abbiamo chiesto agli amministratori clarensi come siano le cose a casa loro e la risposta dell'assessore Gabriele Zotti (cultura e pubblica istruzione) è stata piuttosto chiara: «Il salone Marchetti nel suo recupero a sala consiliare non risale a ieri ma a trent'anni fa e nel frattempo ci abbiamo messo anche un montascale per favorire l'accesso di chi non può salire a piedi».
Dopo l'inaugurazione del nuovo centro culturale di Roccafranca è arrivata non a caso la lettera della mamma di un disabile appassionato di architettura: «Dire che ho il morale a terra – spiega – è dire poco. Siamo scappati via nel vedere che mio figlio non poteva salire al piano superiore per apprezzare ciò che era stato fatto».
A questo proposito Franzelli ha assicurato che «è già presente il vano ascensore che tuttavia non è stato realizzato per mancanza di fondi liberi dal patto. Servono 20 mila euro circa e a breve provvederemo per garantire tale accesso».

Di seguito la lettera della mamma di un disabile che ha preso parte alla cerimonia inaugurale

Egregio Direttore Magli,
      sono una mamma molto arrabbiata non ci conosciamo di persona ma le voglio spiegare il fatto: oggi mio figlio portatore di handicap,ma nonostante il suo disagio fisico, è una persona molto interessata alla cultura e soprattutto all'architettura e proprio per questo motivo oggi ha voluto partecipare all'inaugurazione del nuovo centro civico di Roccafranca così elogiato dai quotidiani e per questo stamattina ho accompagnato mio figlio a Roccafranca, ma con grande sorpresa e stupore non ha potuto accedere al piano superiore dell'edificio perche' non c'e' l'ascensore !!!! ma che [...] di amministrazione c'e' a Roccafranca! Ma come e' possibile che un nuovo edificio non sia dotato di ascensore!

Mio figlio demoralizzato e imbarazzato ha voluto rientrare immediatamente a casa! Che umiliazione! E che delusione! Ma io sono la sua mamma e non ce la faccio a stare zitta!
Ho chiamato in comune per chiedere chiarimenti e mi ha risposto il dott. V. dei servizi sociali il quale mi ha detto testuali parole "non so, non so," e mi ripeto ma chi ... lavora in quel comune!
Mi scusi lo sfogo ma e' giusto che come vengano enfatizzate certe iniziative al contempo si dimostri la sensibilita' di una amministrazione che essendo nel periodo pre elettorale ha la necessita' di acquistare voti ma solo da chi e' "sano/normale" che poverta' culturale e di spirito. Con rispetto nei suoi confronti ma soprattutto di chi non ha l'uso delle gambe
ma ha un cuore e una testa  che funzionano anzi. Una mamma come tante mamme
Spero che la giustizia vinca sull'ignoranza. Mandero' questa lettera anche alle varie associazioni di categoria perche' l'umiliazione di uno diventi un grido contro amministrazioni e impiegati insensibili nei confronti dei piu' deboli.

Lettera firmata

Gentile Signora, 

condivido il suo sdegno... Come avrà letto poco sopra (ho contattato dopo la sua lettera il Comune), la volontà di fare un ascensore c'è e ci sarebbe già la predisposizione. Resto tuttavia fermo nel parere che, prima di inaugurare, serva preparare tutto per tutti... Per l'accesso alla cultura, ma anche alla democrazia consiliare. E oggi in sala consiliare lei, come altre mamme con bambini in carrozzina, non ci è potuta salire. Anche a me questo aspetto non è piaciuto... Avrei preferito, nel debito di architettura, uno, due, tre, quattro aiutanti a farla salire e a scusarsi perché quando si apre una sala pubblica nel 2014 la si deve aprire per tutti.

Massimiliano Magli
 

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