Dagli Stati Uniti l'addio alla nonna

Ritratto di Redazione

Caro Direttore,

  questa è la storia di una donna nata a cavallo tra le 2 grandi guerre del secolo passato quando ancora la sera i lampioni li accendevano con lo stoppino. Carolina, o Carola come tutti l’avrebbero poi chiamata, aveva 2 occhi così azzurri che a volte ti sembrava di volarci dentro. Lei si era innamorata di un bel giovanotto e si erano sposati che era tempo per lui di andare in guerra mentre lei partoriva sotto i bombardamenti tedeschi. Al primogenito sono seguite due femmine e intanto gli italiani in 500 cantavano Azzurro. Carola aveva un dono speciale, qualcuno forse dirà che era il suo tiramisù, ma lei sapeva amare senza voler possedere, come se fosse stata messa al mondo per questo. E mentre l’Italia vinceva un mondiale la sua casa si riempiva di nipoti e lei raccontava la storia di quando il nonno era tornato a piedi dalla Russia nel 1943, pace all’anima sua. Il mondo cambia velocemente ma lei è sempre quella donna gentile, bassina e forte come un’albero che il sabato impasta i gnocchi per tutta la famiglia nell’angolo della sua piccola cucina. Quasi un secolo è passato e la sua mente, come le fotografie in bianco e nero sul comò della camera da letto, a poco a poco sbiadisce e lascia in lei tracce sempre più labili di quella umile ma straordinaria e contagiosa vita che ha vissuto.
Oggi mia nonna Carola ha guardato il mondo attraverso l’azzurro dei suoi occhi per l’ultima volta, lei che più di tutti mi ha insegnato che amare non significa essere deboli ma più forti. Rest in peace, ti voglio bene.

Mauro Gatti

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