Astrologia e medicina: vigile vs medico

Ritratto di Massimiliano Magli

Accadeva nell’aprile del 1984, periodo delle feste pasquali; attori: il dott. Paolino, medico di famiglia; Raffaello, agente di Polizia Municipale. 
Elemento del contendere: contestazione di due illeciti amministrativi, uno per eccesso di velocità con automezzo sulla via Franciacorta (centro abitato), l’altro per sosta vietata sulla via Golgi. Due infrazioni nel periodo di una settimana. 
Il medico in questione, seccatissimo, definisce pecuniariamente i contesti ma poi quello che ha “sullo stomaco“ lo scrive in una lettera diretta all’agente. Lamenta essere stato lui nell’esercizio delle sue funzioni e, pertanto, come pubblico ufficiale , di non aver recato né pericolo né disagio alla circolazione, ecc., ecc. gli augura di acquisire “migliore buon senso“e ancor altro al fine di una brillante carriera. 
Firmato: “quel suo devotissimo, con affetto“. 
A dimostrazione di animo sincero, gli trasmette un “umile omaggio“ consistente nel dolce di tradizione del periodo in corso: la colomba pasquale. 
Zic, zac... 
Il dott. Paolino ha colpito di fioretto, la tenzone è aperta. Al ricevere tanto l’agente Raffaello, come suo stile innato, non si scompone, riflette... 
Lui, importante conferenziere e studioso di universo, astri, stelle, soli, lune, cosmi e quant’altro, apre uno dei suoi tanti libroni: legge, verifica con “compasso e matita”. 
Non mi è dato di sapere se calcasse lungo cappello conico con incisione di mondi celesti..., alla fine decide di rispondere alla provocazione in modo un po’ terrestre e dall’atro mondo cosmico: 

“Dottissimo, ho trovato alquanto indelicata la di lei arguzia pasquale; primo impulso che mi sovvenne fu quello di rispedire al mittente il gentil pensiero; ma poiché si è di presso a celebrare il mistero della risurrezione, e temendo che il mio gesto venisse interpretato come foriero di malanimo, ho deciso di trattenere il presente. Sebbene la mia educazione mi aliena da sterili polemiche, ritengo comunque necessario addivenire a delle precisazioni. 
Ritengo fuori discussione la legittimità delle contestazioni a cui si riferisce. Il contrassegno dell’Ordine dei medici, esposto sul parabrezza della Sua vettura, non ha alcuna efficacia ne inibitoria nei confronti del preposto alla vigilanza stradale. 
Sono tutt’altro che sporadici i casi in cui viene fatto uso improprio del contrassegno in questione. 
E’ ancora di questo mese il contesto effettuato nei confronti di un suo collega, il quale, lasciata l’auto in posizione irregolare, si era recato in visita alle bottiglie di una vicina osteria. 
Se, nel caso specifico, Lei avesse creduto violato un suo diritto, avrebbe potuto adire le giuste procedure di legge o, meno burocraticamente, quella comprensione di cui Ella mi fa difetto. 
E poi, mi permetta di dubitare della impellente urgenza di alcuni casi e, quando ne ricorrono i presupposti, della formidabile e risanatrice azione della moderna medicina. 
Sono ormai secoli che il divino Esculapio ha tolto le tende dai gabinetti medici, non riconoscendo la dignità del suo sacerdozio ai laurei cartacei. 
La cultura moderna, figlia di Euclide e Cartesio, ha contrabbandato per mercuriale ciò che andava ascritto alla mera sfera di Saturno... ma qui mi taccio. 
Ancora una volta temo di veder scambiato il freddo e natural pensiero per vile spirito polemico; mai fui tanto mondo delle essenze marziali e scolturee, ma di domestica luna invasato. 
Prendo congedo (Cronos mi chiama a più sublime meditazioni, sussurrando con malcelata cavernosità: non scambiare l’esteriore con l’interiore!) formulando pensieri di pace.”

Buum! L’agente Raffaello, al colpo di fioretto del dott. Paolino, ha risposto con un colpo di cannone di rossiniana memoria. Alla fine lo scontro tra gentiluomini è terminato senza morti né feriti; senza vinti né vincitori. 
Al dott. Paolino, grande stimato medico di famiglia ricco di bravura e zelo quando fu su questa terra, gli arrivi il grazie di tanti rovatesi, là in quel mondo dell’universo infinito a noi sconosciuto. 
All’agente Raffaele, sapiente in astronomia e sempre bravo nel lavoro quotidiano come 34 anni orsono quando fu mio collaboratore, una calorosa stretta di mano. 

Tarcisio Mombelli

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